Errore giudiziario travolge il primo ministro portoghese Antonio Costa
La giustizia portoghese ha commesso un clamoroso errore giudiziario che ha coinvolto il primo ministro del Portogallo, Antonio Costa, accusandolo erroneamente di corruzione. Il premier è stato travolto da un caso di omonimia che lo ha portato alle dimissioni il 7 novembre scorso. In realtà, il vero sospetto di corruzione è il suo ministro dell’Economia, Antonio Costa Silva, individuato grazie a un’intercettazione telefonica.
La procura portoghese ha ammesso di aver commesso un errore nella trascrizione del nome dell’indagato, mentre il primo ministro ha sempre dichiarato la sua innocenza. Nonostante ciò, Costa ha presentato le dimissioni al presidente Marcelo Rebelo de Sousa e ha convocato elezioni anticipate, annunciando che non si ricandiderà. Il quotidiano portoghese Publico ha riportato che il pubblico ministero ha riconosciuto l’errore commesso.
Lo scandalo ruota attorno alle concessioni per le miniere di litio nel nord del Portogallo, un progetto per un impianto di idrogeno verde e un centro dati nella città costiera di Sines. All’inizio del mese, la polizia portoghese ha effettuato perquisizioni in diversi edifici pubblici e privati, tra cui i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e la sede del comune di Sines, nell’ambito di un’ampia indagine su corruzione e traffico di influenze. La procura ha quindi disposto l’arresto del capo dello staff di Costa, Victor Esaria, del sindaco di Sines e di altre tre persone. Tra i sospettati figurano anche il ministro delle Infrastrutture, Joao Galamba, e il capo dell’agenzia portoghese per l’Ambiente. Secondo le accuse, i sospetti avrebbero utilizzato il nome del primo ministro per i loro affari illeciti.
Costa, 62 anni, è stato ministro più volte e ex sindaco di Lisbona. Dal 2015 guida il Portogallo e attualmente governava con la maggioranza assoluta del suo partito socialista in Parlamento, una situazione eccezionale in un’Europa con parlamenti sempre più frammentati.