L’economia si ferma: Pil e inflazione in calo
I dati pubblicati dall’Istat riguardo al Pil e all’inflazione indicano una situazione economica stagnante. La crescita e l’aumento dei prezzi sono strettamente legati, creando un dilemma per la politica monetaria della Bce: per controllare l’inflazione si deve ridurre la spinta espansiva che favorisce la crescita del Pil. Attualmente, con l’inflazione in calo e l’economia che stagna, c’è il rischio che gli obiettivi per l’anno debbano essere rivisti e che si possa innescare una nuova recessione se la situazione internazionale peggiora ulteriormente.
Andamento dei prezzi e crescita con tempi diversi
Il calo dell’inflazione può essere causato da una minore attività economica, ma può anche essere visto come un effetto ritardato della crescita. Al contrario, il calo dell’attività economica ha effetti più immediati sui prezzi. In sintesi, stiamo vedendo gli effetti dei prezzi alti degli scorsi mesi sulla crescita, mentre il calo dell’inflazione sembra essere in linea con il calo del Pil.
Conseguenze: l’economia stagnante colpisce i conti pubblici
Un’economia stagnante ha conseguenze dirette sui conti pubblici e sulla politica economica. La crescita zero nel terzo trimestre rende difficile raggiungere l’obiettivo di una crescita dello 0,8% per l’anno in corso. Se la crescita alla fine dell’anno fosse inferiore alle previsioni, aumenterebbero sia il deficit che il debito in rapporto al Pil.
Calo dei prezzi e rilancio dei consumi e della produzione
Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, accoglie con favore il calo dell’inflazione a ottobre, attribuendolo alle misure efficaci nel settore dei carburanti e all’iniziativa del “carrello tricolore”. Tuttavia, il ministro guarda avanti e si concentra sul consolidamento di questi risultati, cercando di stimolare i consumi e la produzione in vista delle festività natalizie e di fine anno. I dati dei prossimi mesi e la stima del Pil saranno fondamentali per valutare lo stato reale dell’economia.