La premier Giorgia Meloni ha messo in guardia dall’emulazione degli atti criminali in Italia, dopo l’attacco di Hamas a Israele. Durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, sono stati analizzati tutti i possibili pericoli, tra cui l’azione di un “lupo solitario”, la riattivazione di cellule islamiste sul territorio nazionale, infiltrazioni attraverso i flussi migratori e propaganda online. Non solo i target israeliani sono a rischio, ma anche sinagoghe, ambasciate e interessi commerciali.
Riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica
Il Comitato, convocato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deciso di aumentare il livello di attenzione e rafforzare le misure di prevenzione sul territorio. Alla riunione hanno partecipato i vertici delle forze di polizia e delle agenzie di intelligence. È operativo anche il Comitato di analisi strategica antiterrorismo.
Nessun allarme al momento
Non sono segnalate pianificazioni ostili verso l’Italia al momento, ma sono stati individuati tutti i potenziali elementi di rischio da monitorare attentamente nei prossimi mesi, che si prevedono complicati e carichi di tensione per gli apparati di sicurezza. L’attacco di Hamas ha ridato forza alla galassia islamista, che sembrava in fase recessiva dopo gli attentati degli anni scorsi. Le elezioni del Parlamento Ue in primavera potrebbero essere un’occasione per destabilizzare.
Rafforzare la vigilanza a 360 gradi
La riunione ha concluso con l’invito a rafforzare la vigilanza su ogni possibile obiettivo. I Comitati provinciali per la sicurezza hanno potenziato i presidi su indicazione del capo della Polizia, Vittorio Pisani, soprattutto nei confronti dei target israeliani. A Roma, in particolare, si terrà la cerimonia per l’80° anniversario del rastrellamento delle Ss nel Ghetto.
Monitoraggio sugli ambienti islamici più radicali
Si presta attenzione a tutti gli eventi che richiamano folle, stazioni, aeroporti e luoghi simbolo delle città. È stata intensificata la raccolta di informazioni per individuare eventuali progetti terroristici. Vengono monitorati gli ambienti islamici più radicali, le carceri e la rete, dove le immagini delle uccisioni di civili israeliani vengono condivise e utilizzate per promuovere la jihad.