L’isola di Mal di Ventre, situata nella splendida penisola del Sinis, è da sempre avvolta in un’aura di mistero, non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per il suo nome così singolare. Per secoli, studiosi e abitanti hanno speculato sull’origine di questa denominazione, ma ora finalmente un documento storico svela la verità.
Secondo quanto riferito da Massimo Marras, responsabile dell’Area Marina Protetta della Penisola del Sinis, il nome dell’isola non è frutto di un errore o di una traduzione sbagliata, ma risale addirittura al 1200. I documenti storici, pervenuti dall’Università di Sassari, parlano di un corsaro che, nelle sue cronache, descrive l’isola come “Mal di Ventre”. Il corsaro racconta di aver depredato un’imbarcazione nel Golfo di Oristano, poi intercettata e bloccata proprio sull’isola, che lui stesso chiama Mal di Ventre.
Ma perché un’isola dovrebbe essere chiamata “Mal di Ventre”? Marras avanza un’ipotesi interessante: potrebbe derivare dal malessere causato dall’acqua piovana che ristagnava sull’isola. I viaggiatori, non trovando altre fonti d’acqua, erano costretti a bere questa risorsa stagnante, causando così disturbi allo stomaco. Non c’entra quindi nulla con il vento “malu”, cattivo, come ipotizzato da altri studiosi, che attribuivano il nome a un errore di un cartografo genovese del 1800.
Sin dai tempi antichi, Mal di Ventre è stata un’isola di passaggio per pirati, avventurieri e commercianti. Pirati genovesi e catalani, in particolare, solcavano il Mediterraneo in cerca di navi da depredare, e l’isola, con le sue acque cristalline e le sue coste rocciose, era il rifugio perfetto per questi fuorilegge. Ancora oggi, la sua storia riecheggia attraverso le onde, richiamando alla memoria le avventure di un tempo.
Oggi, l’isola di Mal di Ventre è circondata da un mare limpido e da una vasta distesa di posidonia oceanica, una pianta marina fondamentale per l’ecosistema. Questo ambiente unico è protetto dall’Area Marina Protetta Penisola del Sinis, che si impegna a preservare la biodiversità dell’isola. Tra le specie a rischio che trovano rifugio qui c’è il gabbiano corso, che si nutre esclusivamente di pesci e nidifica sull’isola.
Tuttavia, la presenza umana, soprattutto durante i mesi estivi, rappresenta una minaccia per quest’oasi naturale. I turisti, attratti dalle bellezze dell’isola, spesso lasciano tracce del loro passaggio, disturbando la fauna locale. Nel 2022, ad esempio, il gabbiano corso non si è riprodotto, un segnale preoccupante per gli esperti dell’area marina.
Per contrastare l’impatto dell’uomo sull’ambiente, l’Area Marina Protetta ha avviato un progetto che prevede l’aumento del numero di boe, con l’obiettivo di ridurre l’ancoraggio selvaggio, un grosso problema per la tutela della posidonia. Questa pianta marina è considerata il polmone del Mediterraneo, e proteggerla è essenziale per la salute dell’intero ecosistema marino.
L’isola di Mal di Ventre, con la sua storia affascinante e la sua natura incontaminata, rappresenta un patrimonio inestimabile per la penisola del Sinis e per tutta la Sardegna. Proteggerla significa non solo preservare un pezzo di storia, ma anche garantire un futuro sostenibile per le specie che la abitano. In questo angolo di paradiso, tra i resti di un passato avventuroso e le sfide del presente, la bellezza e il mistero continuano a vivere, incantando chiunque abbia la fortuna di visitarla.
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