Essere vegetariani potrebbe essere una questione di genetica, secondo uno studio condotto dalla Northwestern University e pubblicato sulla rivista ‘Plos One’. Gli autori dello studio sostengono che molte più persone vorrebbero essere vegetariane di quante lo siano effettivamente, il che suggerisce che potrebbero esserci vincoli ambientali o biologici che influenzano la scelta di una dieta senza proteine animali.
Per verificare se la genetica contribuisce alla capacità di seguire una dieta vegetariana, gli scienziati hanno analizzato i dati genetici di 5.324 vegetariani rigorosi e li hanno confrontati con 329.455 controlli. Tre geni sono stati identificati come significativamente associati al vegetarianismo e altri 31 come potenzialmente associati. Molti di questi geni sono coinvolti nel metabolismo dei grassi e nella funzione cerebrale.
Secondo l’autore dello studio, uno dei motivi per cui le persone potrebbero preferire la carne è che potrebbe contenere componenti lipidici necessari per alcune persone. Al momento, questa è solo un’ipotesi e c’è ancora molto lavoro da fare per comprendere completamente la fisiologia del vegetarianesimo.
Lo studio, condotto in collaborazione con scienziati della Washington University in St. Louis e dell’Università di Edimburgo, è il primo a esaminare l’associazione tra genetica e vegetarianismo rigoroso. Sebbene il numero di vegetariani stia aumentando, rimangono comunque una minoranza nel mondo.
Un fattore importante nella preferenza per cibi e bevande può essere anche il modo in cui il corpo le metabolizza. Ad esempio, alcune persone possono sviluppare un gusto per l’alcol o il caffè nel tempo, mentre altre no. Lo stesso potrebbe accadere con la carne, ipotizza l’autore dello studio.
Gli studiosi sperano che studi futuri possano fornire una migliore comprensione delle differenze fisiologiche tra vegetariani e non, consentendo di fornire raccomandazioni dietetiche personalizzate e di produrre sostituti della carne migliori.