Le nuove regole per le pensioni anticipate
Il canale di uscita anticipata per i lavoratori che sono in attività dal 1° gennaio 1996, noti come “contributivi puri”, rimane quello con 64 anni di età e 20 di contributi. Tuttavia, la soglia obbligatoria per accedere a questo tipo di pensionamento è aumentata da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale. Le lavoratrici madri possono ancora beneficiare di uno sconto, con un limite di 2,8 volte in presenza di un figlio e 2,6 volte con più figli. Per i lavoratori “misti”, che hanno iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996 e vedranno una parte della loro pensione calcolata con il metodo retributivo, è ancora possibile uscire anticipatamente con 62 anni di età e 41 di contributi (Quota 103). Tuttavia, ci sarà una penalizzazione nel calcolo contributivo dell’assegno e le finestre mobili di uscita si allungheranno, passando da 3 a 7 mesi per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per quelli pubblici.
La proposta di una pensione anticipata uniforme
La Corte dei conti ha sollevato la questione se non sarebbe opportuno puntare a una età di pensionamento anticipato uniforme per i lavoratori “contributivi” e “misti”. Attualmente, c’è uno scarto significativo tra i requisiti di uscita per questi due gruppi di lavoratori. La proposta è quella di introdurre una soglia anagrafica “standard” per accedere alla pensione anticipata, con correzioni dell’importo dell’assegno in base all’anticipo o al posticipo rispetto alla data “fisiologica”. La Corte ha menzionato la soglia dei 67 anni come possibile punto di congiunzione tra i due limiti anagrafici attuali, ma nel breve periodo sembra che i 64 anni possano essere un punto di riferimento.
L’allarme per i giovani e le pensioni
L’Upb ha sollevato l’allarme per i giovani e le loro prospettive pensionistiche. Con le attuali regole, i giovani potranno beneficiare solo di assegni pensionistici bassi. L’Upb ha invitato a considerare la situazione nel contesto più ampio del mercato del lavoro, del rafforzamento di altri istituti di welfare per i giovani, della fiscalità e della crescita economica. È necessario affrontare queste questioni per garantire una maggiore sicurezza finanziaria per i giovani lavoratori nel loro futuro pensionistico.