Una Scena Inquietante: Braccia Tese nel Saluto Fascista
Nella serata di ieri, di fronte all’ex sede del Msi, si è svolta una parata che ha destato preoccupazione e interrogativi. Centinaia di persone hanno esibito il saluto fascista, dispiegandosi in formazioni militari, mentre un grido nostalgico ha squarciato il silenzio della sera. La domanda sorge spontanea: chi ha autorizzato un evento del genere? E perché nessun intervento è stato effettuato per identificare i partecipanti, come avvenuto alla Scala per chi gridava “Viva l’Italia antifascista”?
Autorizzata o Tollerata?
Il principale interrogativo riguarda l’autorizzazione di questa manifestazione. In un’epoca in cui il riferimento a simboli e gesti fascisti è generalmente condannato, è sorprendente che una parata del genere sia stata consentita. La domanda sul tavolo è chi abbia concesso il permesso per un raduno che evoca immagini e simboli di un passato oscuro.
Manca l’Intervento Identificativo
Altro elemento di riflessione è la mancanza di un intervento volto a identificare i partecipanti. Ciò si presenta come una disparità rispetto ad altri contesti, come l’episodio avvenuto alla Scala, in cui chi gridava “Viva l’Italia antifascista” è stato prontamente identificato. Questo solleva ulteriori interrogativi sulle dinamiche di gestione e controllo degli eventi pubblici.
Il Confronto con Altre Realta Internazionali
L’articolo invita a riflettere sull’ipotetica riproduzione di una scena del genere in altre città europee, come Berlino. La descrizione dell’evento serve anche a sottolineare quanto l’immaginario collettivo sia sensibile a simboli che evocano il passato fascista, con la speranza che il confronto con altre realtà esterne possa fungere da stimolo per una maggiore riflessione sulle dinamiche autorizzative e di intervento nelle nostre città .