Cari fratelli e sorelle,
La Quaresima è un tempo di grazia in cui il deserto diventa nuovamente il luogo del primo amore. Queste parole ci ricordano l’importanza di questo periodo nella nostra vita spirituale. La libertà è al centro della comunicazione di Dio, come vediamo nel Decalogo dato a Mosè: Dio educa il suo popolo affinché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita. La Quaresima è il momento in cui possiamo fare questo cammino di liberazione interiore, lasciando alle spalle ciò che ci opprime e ci allontana da Dio.
Il primo passo per vivere una Quaresima concreta è voler vedere la realtà che ci circonda. Come il Signore ha osservato la miseria del suo popolo in Egitto, dobbiamo anche noi essere sensibili al grido di coloro che sono oppressi e sofferenti. La globalizzazione dell’indifferenza ci allontana dagli altri, ma dobbiamo chiederci se il grido dei sofferenti arriva anche a noi e ci scuote.
La Quaresima ci invita ad agire e, allo stesso tempo, a fermarci. Fermarci in preghiera per accogliere la Parola di Dio e fermarci di fronte al fratello ferito, per riconoscere la nostra comune umanità. Questo movimento di apertura ci aiuta a liberarci dagli idoli che ci appesantiscono e ci imprigionano, aprendo il cuore alla libertà che Dio desidera per noi.
La forma sinodale della Chiesa ci suggerisce che la Quaresima è anche un tempo di decisioni comunitarie, di scelte controcorrente che possono cambiare la nostra vita quotidiana e quella della nostra comunità. Dobbiamo offrire ai fedeli momenti per riflettere sugli stili di vita, per verificare il nostro contributo a rendere il mondo migliore.
In questo tempo di conversione, possiamo sperare in una nuova creatività che porta nuova speranza all’umanità smarrita. Dobbiamo avere il coraggio di pensare che siamo all’inizio di un nuovo inizio, non alla fine, e che la fede e la carità ci tengono per mano mentre camminiamo verso il futuro.
Benedico tutti voi e il vostro cammino quaresimale.