“Panetta e Draghi: l’importanza della politica per una Ue diversa”

C’è un dibattito in corso sull’Europa: più o meno Europa, ma soprattutto quale Europa. Negli ultimi giorni, a causa dei problemi legati alla bassa crescita e all’alta inflazione, all’implementazione del Pnrr e alla necessità di una riforma sostenibile del Patto di Stabilità, così come alla gestione dei migranti e alle responsabilità dell’UE, sta emergendo la necessità di un’Europa diversa dal punto di vista economico. Due recenti interventi hanno aperto la strada a un nuovo scenario. Prima Mario Draghi e poi Fabio Panetta, entrambi provenienti dallo stesso contesto ma con profili e ruoli diversi, hanno indicato priorità che sollevano le ambizioni di coloro che vedono l’Europa come l’unico soggetto in grado di fornire le risposte necessarie.

Il nuovo governatore della Banca d’Italia, ancora membro del consiglio direttivo della BCE, sostiene che sia necessario passare da una governance dei bilanci nazionali a un’unione di bilancio permanente. “Dobbiamo iniziare a pensare a ciò che verrà dopo Next Generation EU, altrimenti rischieremo di fare un passo indietro invece che in avanti”. Panetta sottolinea che “una capacità fiscale europea è essenziale per finanziare gli investimenti comuni che sono fondamentali per mantenere ed espandere il potenziale economico dell’Europa”.

Draghi, che ha accettato la proposta della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, di preparare una relazione sul futuro della competitività europea, si concentra sul secondo pilastro: le regole. Afferma che tornare passivamente alle vecchie regole sospese durante la pandemia sarebbe il risultato peggiore possibile e richiama gli Stati membri alla responsabilità di trovare un accordo che non sia un pericoloso passo indietro, un rischio che anche Panetta paventa.

Secondo l’ex presidente della BCE, nell’Eurozona sono necessarie “nuove regole e più sovranità condivisa” poiché l’Europa affronta sfide sovranazionali che richiedono notevoli investimenti in tempi brevi, come la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione. Draghi sottolinea che l’Europa non ha una strategia federale per finanziare questi investimenti e che le politiche nazionali non possono sostituirsi ad essa a causa delle limitazioni imposte dalle norme europee in materia di bilancio e aiuti di Stato. Questo porta al serio rischio che l’Europa fallisca su diversi fronti.

Panetta e Draghi concordano sul fatto che l’Europa di cui l’economia ha bisogno può nascere solo attraverso politiche ambiziose e non conservative. Servono nuove regole e una maggiore condivisione di sovranità. Tuttavia, tutto ciò potrà accadere solo se le prossime elezioni europee creeranno un quadro favorevole in cui una solida maggioranza politica prenderà la responsabilità di cambiare l’Europa.

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