Secondo la Coldiretti, l’ottobre di quest’anno è stato il più caldo di sempre in Italia, con una temperatura media superiore di 3,15 gradi rispetto alla media storica del mese. Questo ha causato danni maggiori a causa delle precipitazioni record, che il terreno non è riuscito ad assorbire a causa di un lungo periodo di caldo e siccità. I dati dell’Isac Cnr, che monitora le temperature in Italia dal 1800, confermano questa tendenza. Inoltre, secondo il Copernicus (C3s), l’osservatorio europeo sui cambiamenti climatici, ottobre è stato il mese più caldo mai registrato a livello mondiale, con una temperatura media di 15,38 gradi sulla superficie terrestre, 1,7 gradi più caldo della media degli ottobre tra il 1850 e il 1900.
Danni maggiori nel Centro Italia
La Coldiretti sottolinea che l’anomalia climatica è stata particolarmente evidente nelle regioni del Centro Italia, dove la temperatura di ottobre è stata ben 3,4 gradi superiore alla media storica. Questo ha causato danni significativi a causa del maltempo, che si sono intensificati a novembre. Nel solo mese di novembre, il Centro Italia ha subito 107 eventi estremi, tra trombe d’aria, bufere di vento e bombe d’acqua, secondo i dati del database europeo sulle condizioni meteorologiche estreme. Questi eventi hanno causato vittime e dispersi, suscitando profondo cordoglio.
L’Italia tra gli anni più caldi dal 1800
L’Italia si posiziona al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800, con il 2023 che ha registrato una temperatura superiore di 1,05 gradi rispetto alla media storica. Questo dato, basato sui dati dell’Isac Cnr, indica un trend di surriscaldamento nel nostro paese. Negli ultimi due secoli, la classifica degli anni più caldi si è concentrata nell’ultimo decennio, includendo il 2022, il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020, secondo l’analisi della Coldiretti.
Effetti sulla terra agricola e rischio idrogeologico
L’aumento delle temperature e l’aumento degli eventi estremi hanno un impatto significativo su un territorio fragile come l’Italia. A causa della cementificazione e dell’abbandono, il nostro paese ha perso quasi un terzo dei terreni agricoli negli ultimi cinquant’anni. La superficie agricola utilizzabile si è ridotta a soli 12,8 milioni di ettari, con effetti negativi sulla tenuta idrogeologica e sulla capacità di assorbimento dell’acqua in eccesso. Secondo l’Ispra, oltre il 93,9% dei comuni italiani ha parte del territorio a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni, a causa del cambiamento climatico in corso.
La necessità di proteggere l’agricoltura
La Coldiretti sottolinea l’importanza di proteggere il patrimonio agricolo italiano e la disponibilità di terreni fertili. L’agricoltura è il settore più colpito dai cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato nel contrastarli. Le imprese agricole devono adattarsi alle nuove condizioni climatiche e investire in sistemi di irrigazione a basso consumo e coltivazioni resistenti. La Coldiretti sottolinea l’importanza di investimenti, come quelli previsti dal Pnrr, per la manutenzione e la gestione delle acque, nonché per la ricerca e l’innovazione nel settore agricolo.