L’obiettivo dell’operazione militare israeliana a Gaza potrebbe essere più ampio del previsto
Secondo il generale Marco Bertolini, l’ingresso dei militari israeliani nella Striscia di Gaza non avrà un impatto significativo sulla liberazione degli ostaggi o sull’eliminazione di Hamas. In una guerra casa per casa, l’esercito perderà i vantaggi offerti dalla tecnologia. L’obiettivo potrebbe invece essere quello di guadagnare il controllo israeliano sull’unico territorio ancora completamente sotto il controllo palestinese, spostando parte della popolazione verso l’Egitto. Tuttavia, un tale “esodo biblico” verso il Sud creerebbe una ferita difficile da gestire.
Il generale Bertolini ha sottolineato che gli ostaggi sono un elemento centrale del conflitto e non possono essere liberati con un’operazione militare, poiché si presume che siano detenuti in prigioni sparse in tutto il territorio. Un obiettivo più coerente potrebbe essere quello di spingere parte della popolazione verso il Sud, attraverso il valico di Rafah, per creare una situazione più facilmente controllabile, di fatto sottraendo la Striscia alla sovranità palestinese. Tuttavia, l’Egitto potrebbe non essere disposto ad accogliere un numero così elevato di rifugiati.
Un obiettivo intermedio potrebbe essere l’occupazione della parte settentrionale della Striscia, già densamente popolata e colpita dai bombardamenti. Tuttavia, ciò potrebbe portare a un aumento delle ostilità, con i civili al centro della situazione, il che gioverebbe ad Hamas e non sarebbe conveniente per Israele. Il generale ha sottolineato che un’operazione di rastrellamento sistematico di un’area urbana come Gaza sarebbe un’azione lenta e costosa in termini di perdite per chi attacca. Nonostante la superiorità israeliana in termini di forze aeree, esercito e tecnologia, questi vantaggi andrebbero persi in una battaglia casa per casa e tunnel per tunnel.
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