Open Arms ha ricevuto un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa da 3 a 10mila euro a seguito delle operazioni di soccorso effettuate lo scorso sabato. Durante queste operazioni, la nave umanitaria ha recuperato 176 naufraghi in tre diverse occasioni nelle acque internazionali.
Dopo aver salvato 33 e 36 persone a bordo delle prime due imbarcazioni, Open Arms ha ricevuto una richiesta di soccorso da Seabird, il velivolo di ricognizione di Sea-Watch. Il velivolo ha segnalato una carretta del mare “sovraffollata e in pericolo” e ha indicato che Open Arms era l’unità navale più vicina all’imbarcazione in pericolo.
Open Arms ha immediatamente informato le autorità competenti e si è diretto verso il gommone, che si trovava a circa 20 miglia dalla loro posizione. Una volta arrivati sul posto, hanno trovato un gommone sgonfio e sovraccarico con a bordo 109 persone, di cui 94 minori non accompagnati. I naufraghi sono stati messi in sicurezza e trasferiti sulla nave.
Successivamente, Open Arms si è diretto verso il porto di Genova, che era stato inizialmente assegnato dalle autorità italiane. Successivamente, il porto di destinazione è stato modificato in quello di Marina di Carrara.
Open Arms ha affermato che è loro dovere prestare soccorso a naufraghi in pericolo di vita, come stabilito dalle convenzioni internazionali e il diritto del mare. Hanno anche sottolineato che l’omissione di soccorso è un reato grave.
Le persone soccorse erano estremamente vulnerabili, con molti ragazzi tra i 14 e i 16 anni che erano soli e avevano subito violenze durante il loro viaggio. Open Arms ha definito inaccettabile subire un secondo fermo per aver compiuto il proprio dovere umanitario.
L’organizzazione ha reso noto che il capitano e la capo missione sono stati ascoltati per oltre 6 ore dalle autorità competenti per fornire una ricostruzione di quanto accaduto durante la missione. Al termine del colloquio, è stato imposto il fermo amministrativo di 20 giorni e la multa.