Interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta terminato in breve tempo
L’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è durato meno di mezz’ora nel carcere Montorio di Verona. Il giovane di 21 anni è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Benedetta Vitolo, in presenza del pm di Venezia Andrea Petroni e del suo avvocato Giovanni Caruso. Non è stato anticipato se Turetta parlerà o si avvarrà del diritto di non rispondere, ma è stato chiarito che non verrà presentata alcuna richiesta di arresti domiciliari. Il giudice Vitolo e il pm Petroni hanno già lasciato il carcere.
Le accuse contro Turetta
Secondo l’ordinanza cautelare, lo studente è accusato di omicidio volontario aggravato dalla fine della relazione affettiva e di sequestro di persona. La giovane studentessa di Ingegneria è stata uccisa con una ferocia senza precedenti dall’ex fidanzato, che aveva lasciato a causa della sua eccessiva gelosia, come dichiarato dal padre Gino.
Analisi dell’auto di Turetta affidate al Ris
Le analisi sulla Fiat Grande Punto nera appartenente a Turetta saranno effettuate dal Ris per verificare se Giulia Cecchettin sia stata accoltellata anche all’interno dell’abitacolo e se Turetta abbia trasportato il corpo nel bagagliaio prima di sbarazzarsene, lasciandolo in fondo a una scarpata in Friuli. Gli esperti del Ris si occuperanno anche degli accertamenti sulle tracce ematiche trovate nei due luoghi dell’aggressione a Vigonovo e Fossò, nonché sui due coltelli recuperati.
Turetta attualmente nel reparto infermeria del carcere
Attualmente, Turetta si trova nel reparto infermeria del carcere di Verona. Nei prossimi giorni verrà trasferito nella sezione “protetti” per avere maggiori tutele rispetto agli altri detenuti, dopo aver completato le visite e le valutazioni psicologiche e psichiatriche. Secondo il suo avvocato, Turetta è descritto come “tranquillo” e sta “bene”.
Avvocato della sorella di Giulia: Turetta era un molestatore assillante
L’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Elena Cecchetin, sorella della vittima, ha dichiarato che l’omicidio di Giulia Cecchetin è “aggravato dallo stalking”. Turetta ha dimostrato di essere un “molestatore assillante” il cui comportamento, come emerso da diverse prove raccolte, è caratterizzato da una “fame di possesso” nei confronti di Giulia. Un assedio psicologico che ha causato alla ragazza uno stato di disorientamento e ansia significativa. Turetta ha perpetrato azioni di molestie e controllo, anche attraverso chiamate e messaggi incessanti, e infine ha commesso l’omicidio per soddisfare la sua volontà persecutoria.