Odori e sapori, that’s Sicily

Dalla Grecia alla Sicilia è stato un attimo! Giusto il tempo di alleggerire i bagagli, e lo stomaco, in vista di un evento culinario sensazionale, di altissimo livello: la cena a otto mani realizzata dagli chef con la coppola. L’acronimo SC&F (sicilian chef & friends), nome dell’evento, ne racchiude l’alto valore simbolico. Quattro chef uniti dalle origini siciliane, da una grande passione per la cucina e da una forte amicizia. Ognuno diverso dall’altro ma tutti espressione della sicilianità buona, dinamica, fantasiosa. Simone Strano, pioniere di questa iniziativa ed executive chef presso il prestigioso Palazzo Montemartini di Roma; Giuseppe Raciti, executive chef del Zash Country Boutique Hotel di Risposto in Sicilia; Giovanni Grasso, executive chef presso “La plage Resort” di Taormina e Giuseppe Torrisi, sous chef di una lussuosa struttura in Svizzera, lo “Chalet d’Adrien”. Ecco, sono stati loro a deliziare il palato dei presenti, tra cui la sottoscritta, trasformando una semplice cena in un vero a proprio viaggio nella Sicilia più autentica.

Il rispetto della tradizione

L’evento si è tenuto nella serata di ieri, 10 maggio, in una splendida villa alle pendici dell’Etna, la “Rocca delle Tre contrade”. Entro nella sala. Sembra di stare in un’altra epoca. Tazze da tè, candelabri. Per un attimo mi pare di essere sul set di uno dei miei cartoni animati del cuore, La bella e la bestia. Dopo le mie solite divagazioni mentali torno alla realtà. Qui il mood è la grandezza. Spazi ampi e un’unica grande tavolata imbandita con complementi tipici, nel rispetto della tradizione sicula: dai fichi d’india di ceramica ai ramoscelli d’ulivo. Un’opera d’arte! Il personale, stabilmente operativo, è di una cortesia, formalità e al contempo familiarità unica.

L’attenzione all’ innovazione

Si inizia con l’aperitivo. Fin da subito è evidente come la tradizione si intrecci con l’innovazione, in un risultato superlativo. Sushi rivisitato in chiave siciliana, grazie alla competenza dello chef di Taormina, avvolto in una panatura croccante e reso unico dal sapore deciso dell’arancia, in un connubio perfettamente armonioso. Si continua con alici e burro. E poi cocotte di pesce bianco mediterraneo con spuma di limone e asparagi. Il tutto accompagnato da un ottimo vin rosè locale. L’eleganza qui è un must, dalla cura nella presentazione dei piatti, agli abbinamenti degli ingredienti. Ogni piatto desta stupore ed è inimitabile. Odori, sapori in un’esperienza culinaria sensazionale. E siamo solo all’inizio.

Si continua con gli antipasti. Trasparenza di gambero rosso con crema di mandorle, limone, polpa di ricci e pompelmo. Subito dopo arancino di alici. Una prelibatezza! Il mio palato e il mio stomaco sono in estasi!

L’attenta scelta del vino

La mia solita curiosità mi spinge a domandare il motivo dell’etichetta “rivedibile” su di un vino servito in accompagnamento. Dato il colore non pienamente rosso, la commissione Doc non l’ha riconosciuto tale, ergo la produttrice per protesta ha creato questa etichetta super glam! A proposito di vino, a ogni pietanza se ne accompagna uno diverso con annessa spiegazione, tanto del vino, a cura dei padroni di casa, quanto del piatto, a cura degli chef… Della serie coccole su coccole.

Primo, secondo e dessert: delizia per il palato

Dopo il primo e il secondo, cappelletti di pasta fresca e trancio di cernia, sono davvero piena. Ma mi aspettano ben due dessert e, beh, il posticino per il dolce lo si trova sempre, soprattutto se si tratta di prelibatezze come queste.

Si inizia con un arancino di ricotta di capra Girgintana su composta di arance. Come al solito nulla da dire! Presentazione impeccabile e gusto strepitoso! Si conclude con il Magnum pr’estivo. Gelato artigianale che ricorda il noto dessert con lo stecco. Sotto la glassa, una doppia consistenza, spumosa e cremosa, crema e cioccolato. Sopra granella di pistacchio, mandorle e fragole. Inizialmente tutti abbiamo provato a mangiare il gelato con le posate. Quanto era difficile, stavo perdendo le speranze. Poi uno scambio di sguardi ironici, una risata e, finalmente, via all’informalità. In accompagnamento ai dolci, un liquore autoctono, il “bastardone”, espressione delle primizie dei fichi d’india.

La cena si conclude tra complimenti e chiacchiere amichevoli con gli chef e tutto lo staff. Un evento firmato chef con la coppola che porta la Sicilia nel mondo, terra di cui essi stessi sono un fantastico concentrato. Peccato non poter intrappolare l’essenza del gusto e del profumo di questi piatti, li avrei portati con me molto volentieri. Ma… That’s Sicily!