La Federazione Internazionale del Gioco del Calcio sta esaminando misure per contenere le perdite di tempo nei match, proponendo modifiche che potrebbero influenzare direttamente il comportamento dei portieri. Con queste nuove regole, che verranno sperimentate anche in Italia, si prevede un cambiamento significativo nel modo in cui i portieri gestiscono il pallone durante le partite, generando timori sia tra i calciatori che tra gli allenatori.
Secondo la normativa attuale, i portieri possono trattenere il pallone in mano per un massimo di sei secondi prima di rimetterlo in gioco. Tuttavia, gli arbitri spesso mostrano tolleranza nel far rispettare questa regola, chiudendo un occhio quando viene superato il tempo consentito. In casi di prolungato trattenimento del pallone, si dovrebbe infatti riprendere il gioco con un calcio di punizione indiretto, una misura che rappresenta una chiara opportunità di rete per la squadra avversaria.
Con l’introduzione della nuova regola, gli estremi difensori avranno a disposizione otto secondi per rilasciare il pallone. Se dovessero superare questo limite, verrebbero puniti con una perdita del possesso del pallone, il che comporterebbe un calcio d’angolo a favore dell’altra squadra. Per applicare questa regola, l’arbitro avrà il compito di cronometrare il tempo via un conto alla rovescia da cinque a zero. Questo nuovo approccio mirerebbe a garantire un gioco più veloce e fluido. Questa regola, già testata con successo a Malta e in notevoli tornei giovanili nel Regno Unito, sarà adattata anche per il campionato italiano, dove si prevedrà una rimessa laterale invece del calcio d’angolo.
Il cambiamento normativo suscita ansia non solo tra i portieri, ma anche tra gli allenatori. Patrick Nelson, amministratore delegato della Federazione calcistica irlandese e membro del consiglio dell’IFAB, ha esposto alcune rilevazioni indicanti l’efficacia di questa nuova regolamentazione. Nell’analizzare i dati, Nelson ha dichiarato che le sperimentazioni finora condotte mostrano un netto calo delle situazioni in cui i portieri trattengono il pallone oltre il tempo consentito.
Nel suo intervento su The Times, Nelson ha affermato che, durante i test, non è stato segnalato alcun caso di portieri che abbiano superato la soglia degli otto secondi. Questo è significativo, in quanto evidenzia come la paura di dover concedere un calcio d’angolo possa funzionare come un deterrente efficace. La possibilità di incorrere in una punizione diretta dopo un errore comporta notevoli implicazioni strategiche per le squadre, costringendo i portieri a essere più decisivi e rapidi nelle loro azioni.
Il peso di tale regolamentazione si riflette inevitabilmente nei nervi degli allenatori, che devono gestire la pressione su quei calciatori che potrebbero trovarsi in difficoltà nel fronteggiare questa nuova sfida. La sensazione di responsabilità diventa palpabile; ogni errore potrebbe costare punti preziosi. Resta ora da vedere come la ripercussione di questa regolamentazione influenzerà le tattiche di gioco e le dinamiche sui campi da calcio italiani nelle prossime stagioni.