L’intensa attività di advocacy della filiera nautica operata da Confindustria Nautica ha dato vita a un nuovo Regolamento che modifica il Codice della nautica da diporto, introdotto con il Decreto 17 settembre 2024, n. 133. Questa riforma segue il Decreto delle patenti nautiche del 10 agosto 2021 e si propone di aggiornare le modalità di ottenimento delle patenti, offrendo nuove opportunità per i giovani navigatori e promuovendo pratiche sostenibili nel settore.
Il nuovo Regolamento di attuazione del Codice della nautica si inserisce in un lungo processo di modifica legislativa che ha richiesto oltre quattro anni di lavoro, anche in contesti politici mutevoli. Come evidenziato dal Direttore generale di Confindustria Nautica, Marina Stella, questa iniziativa rappresenta un tentativo serio di promuovere e tutelare gli interessi del settore. Il nuovo approccio mira a semplificare le normative per favorire la crescita della nautica da diporto, creando opportunità non solo economiche, ma anche educative per i giovani.
I benefici attesi dal Regolamento si manifesteranno già dalla prossima stagione, contribuendo a rendere la nautica più accessibile e sostenibile. Oltre a chiarire i requisiti per ottenere la nuova patente D1, il Regolamento incentiva l’adozione di misure per migliorare la competitività della bandiera italiana e incoraggiare politiche di tutela ambientale. L’obiettivo finale è quello di rendere la nautica da diporto un’attività più responsabile e presente, promuovendo un uso consapevole e rispettoso delle risorse marine.
La nuova patente di categoria D1 introduce significative trasformazioni per i giovani navigatori. A partire dai 16 anni, i futuri diportisti possono conseguire questa abilitazione, che consente la navigazione diurna entro sei miglia dalla costa utilizzando natanti fino a 10 metri, o a 18 anni con imbarcazioni di lunghezza fino a 12 metri. Inoltre, per la prima volta, la normativa consente anche l’uso di moto d’acqua fino a un miglio dalla costa, rendendo la navigazione più accessibile a una fascia di popolazione giovanile precedentemente limitata.
Questo nuovo standard formativo non solo accelera l’acquisizione di competenze marittime, ma incoraggia anche una cultura della sicurezza e del rispetto per l’ambiente. Infatti, il percorso per ottenere la patente D1 prevede un corso di formazione obbligatorio e simulazioni pratiche di navigazione. Questi elementi educativi si sommano a un quiz finale di idoneità che verifica le competenze apprese, creando una base solida per i futuri navigatori.
Questa iniziativa non solo agevolerà i giovani nel prendere confidenza con il mare e le imbarcazioni, ma contribuirà a sostenere la domanda di acquisto e noleggio di natanti, supportando così l’intero comparto della nautica.
Il Regolamento non si limita a semplificare le modalità di ottenimento della patente D1, ma si inserisce anche in una più ampia azione di tutela della piccola nautica. Roberto Neglia, Responsabile dei rapporti istituzionali di Confindustria Nautica, ha confermato l’importanza della DCI per i natanti, che rappresenta una forma di tutela giuridica della proprietà e permette la navigazione in acque estere senza i costi legati all’immatricolazione.
Inoltre, il Regolamento obbliga i porti pubblici a riservare spazi di ormeggio per unità fino a sei metri, facilitando l’accesso alla nautica per tutti. Questo approccio mira a valorizzare le piccole imbarcazioni, spesso le più utilizzate dai neofiti e dalle famiglie, contribuendo al benessere del settore e alla diffusione della cultura nautica.
L’agenzia delle norme educative incluse nella formazione per conseguire la patente D1 si allinea perfettamente con gli obiettivi di sostenibilità. I corsi non solo preparano i giovani alla navigazione in sicurezza, ma infondono anche un forte senso di responsabilità e rispetto per le regole che governano la nostra convivenza con l’ambiente marino.
Un aspetto fondamentale del nuovo Regolamento riguarda le esenzioni dalla patente nautica per l’utilizzo di imbarcazioni con motori di potenza inferiore a 30 kW. La normativa continua a prevedere che, per la conduzione di unità da diporto non superiori a 24 metri, che operano entro sei miglia dalla costa, non sia necessaria la patente se si soddisfano specifici requisiti di età.
In particolare, per condurre natanti fino a 10 metri è richiesto il compimento dei sedici anni, mentre per le imbarcazioni più grandi l’età minima è fissata a diciotto anni. Inoltre, i giovani di appena quattordici anni possono operare natanti a vela e unità a remi al di fuori del miglio dalla costa, favorendo così una crescente partecipazione giovanile nelle attività di navigazione.
Queste normative non solo semplificano l’accesso all’attività nautica, ma favoriscono anche una diffusione della cultura marina, contribuendo così a formare una generazione di navigatori responsabili, ben preparati e in grado di garantire la sicurezza e il rispetto dell’ambiente marino.
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