La sentenza 16305/2023 del TAR del Lazio ha scatenato un’ondata di cambiamenti nelle modalità di reperibilità per i dipendenti pubblici, portando l’INPS a rivedere le fasce orarie stabilite dal decreto n. 206 del 17 ottobre 2017. L’articolo 3 del decreto, che prevedeva fasce orarie dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, anche nei giorni non lavorativi, è stato invalidato dalla recente decisione del TAR, creando la necessità di nuove indicazioni operative per gli accertamenti medico-legali domiciliari.
Nuove Indicazioni Operative: INPS Modifica le Fasce Orarie
In attesa di ulteriori sviluppi legislativi o di una possibile revisione della sentenza del TAR Lazio, l’INPS ha comunicato un adeguamento delle fasce orarie per le visite mediche di controllo domiciliare per i lavoratori pubblici. Ora, tali visite si svolgeranno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 di tutti i giorni, compresi domeniche e festivi.
Impatto Diretto sui Lavoratori Pubblici
Il cambiamento normativo ha un impatto diretto sui lavoratori pubblici in malattia e sulle procedure di controllo delle assenze per motivi di salute. Le pubbliche amministrazioni sono chiamate a un tempestivo aggiornamento delle procedure interne e alla formazione del personale coinvolto nell’attuazione di queste nuove direttive.
La Decisione del TAR: Disparità tra Pubblico e Privato
La sentenza del TAR del Lazio, che ha invalidato il Decreto Madia, è stata il risultato di un ricorso sollevato dal Sindacato UIL Pubblica Amministrazione Penitenziaria e alcuni membri della Polizia penitenziaria. Il ricorso denunciava la disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici e quelli del settore privato riguardo alle fasce orarie di reperibilità per le visite fiscali in caso di malattia.
Dubbi Sollevati dal Consiglio di Stato
Il TAR ha accolto il ricorso, sottolineando che la differenza di trattamento tra i due settori è “del tutto ingiustificata”. La decisione è stata influenzata anche da un parere del Consiglio di Stato, che aveva già sollevato dubbi sulla conformità del Decreto Madia con il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione. La sentenza del TAR del Lazio ha così segnato una svolta significativa nel modo in cui la malattia è gestita nei settori pubblico e privato.