Il Consiglio dei Ministri italiano ha dato il via a una significativa rivoluzione fiscale nel paese, approvando il 16 ottobre scorso il Decreto Legislativo attuativo della revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) come previsto dalla Delega Fiscale del 9 agosto 2023, n. 111.
Il Decreto Legislativo, proposto dal Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, mira a rivoluzionare il sistema di imposizione del reddito delle persone fisiche, riducendo gradualmente l’IRPEF. La riforma si basa su principi chiari e direttivi specifici, tra cui il rispetto del principio di progressività attraverso l’organizzazione delle aliquote di imposta e la realizzazione di un’unica aliquota d’imposta nel futuro. L’obiettivo è anche garantire un’applicazione equa della no tax area e dello stesso onere fiscale per tutte le tipologie di reddito, promuovendo l’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e pensioni.
Il decreto introduce importanti modifiche già per il 2024, riducendo gli scaglioni di reddito e stabilendo nuove aliquote progressive:
Inoltre, la detrazione prevista per i titolari di redditi da lavoro dipendente e alcuni redditi assimilati fino a 15.000 euro è stata aumentata da 1.880 a 1.955 euro. Questo intervento amplia la soglia di no tax area fino a 8.500 euro per i redditi da lavoro dipendente, portandola in linea con quella già in vigore per i pensionati.
La nuova struttura delle aliquote IRPEF per il 2024 rappresenta un cambiamento significativo rispetto all’anno precedente. Confrontando le aliquote attuali (previste dalla Legge di Bilancio 2022) con quelle approvate dal Decreto Legislativo del 16 ottobre 2023, emerge chiaramente l’intenzione del governo di semplificare e rendere più equo il sistema fiscale italiano.
Questi cambiamenti segnano un passo importante verso un sistema fiscale più equo e progressivo, riducendo il carico fiscale per le fasce di reddito più basse e contribuendo a promuovere l’equità orizzontale tra diverse fonti di reddito. Resta da vedere come queste modifiche impatteranno l’economia italiana nel corso del 2024 e oltre.