Prende le difese di un migrante accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina la nuova ‘Edicola parlante’ a Napoli
Una nuova iniziativa a Napoli sta attirando l’attenzione sulla questione dell’immigrazione clandestina e sulle storie che spesso non trovano spazio sui media tradizionali. Si tratta della “Edicola parlante”, che dopo aver affisso articoli su Julian Assange e Mario Paciolla, cooperante italiano morto in Colombia nel 2020, ha deciso di dedicare le sue serrande chiuse a un migrante accusato di essere uno scafista.
Il migrante, arrivato dalla Libia a Napoli lo scorso febbraio, è stato arrestato con l’accusa di essere coinvolto nel traffico di migranti. Tuttavia, i suoi legali sostengono che lui abbia agito solo per salvare le persone a bordo del barcone, dopo che i veri scafisti li avevano abbandonati in mezzo al Mediterraneo. Questa versione è stata confermata anche da alcuni dei suoi compagni di viaggio al loro arrivo al porto partenopeo.
Per attirare l’attenzione sul caso del giovane migrante in attesa di giudizio, l’edicola ha organizzato una performance curata dai creativi di “Liberi edizioni”. Il volto di Julian Assange è stato rappresentato con una maschera, mentre grandi fogli di giornale con foto di migranti sono stati affissi sulla facciata dell’edicola. Il titolo dell’articolo, “Processo al capitano”, fa riferimento al film di Garrone “Io capitano”, che racconta l’odissea di due giovani che cercano di raggiungere l’Europa.
Questa iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà e le ingiustizie che i migranti affrontano nel tentativo di raggiungere un luogo sicuro. La “Edicola parlante” si propone di offrire uno spazio di visibilità a storie spesso ignorate o dimenticate dalla stampa tradizionale.
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