Notre-Dame: la proposta di ingresso a pagamento per la cattedrale parigina

Con la riapertura prevista per il 7 dicembre, dopo cinque anni di lavori di ricostruzione, Notre-Dame di Parigi si prepara a una nuova era. La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha avanzato l’idea di introdurre un biglietto d’ingresso simbolico di 5 euro per i visitatori, una proposta che ha già sollevato dibattiti all’interno del governo francese. Questa iniziativa, però, non riguarderebbe solo la cattedrale ma si inserirebbe in un contesto più ampio di riforma dei prezzi per i monumenti e i musei nazionali.

L’accesso a pagamento per Notre-Dame

La proposta formulata da Rachida Dati mira a implementare una tariffa simbolica per l’accesso a Notre-Dame, per raccogliere fondi da investire nella manutenzione e nella salvaguardia del patrimonio religioso. Dati ha spiegato che, con soli 5 euro per visita, sarebbe possibile generare circa 75 milioni di euro all’anno, un importo significativo per finanziare la cura non solo di Notre-Dame, ma anche di altre chiese e monumenti presenti in Francia. Questa valutazione è stata presentata in un’intervista a “Le Figaro”, dove la ministra ha sottolineato come l’accesso a pagamento per gli edifici religiosi sia una prassi già in uso in molte altre nazioni europee.

Secondo Dati, “Notre-Dame ha risvegliato la nostra attenzione sul patrimonio religioso, che appartiene a tutti i francesi, quale che sia la loro confessione,” evidenziando l’importanza di preservare questi luoghi non solo per ragioni storiche ma anche per il loro valore culturale. La proposta è stata illustrata nel concreto all’arcivescovo di Parigi, lasciando intravedere l’implementazione dopo la riapertura ufficiale della cattedrale.

Tariffe modulate per visitatori extra-Ue

Inoltre, Rachida Dati ha toccato un altro punto cruciale nel suo discorso: la necessità di modulare i prezzi per i visitatori a seconda della provenienza geografica. L’idea è che i turisti provenienti da paesi non europei, come Brasile e Cina, possano pagare un prezzo d’ingresso superiore rispetto a quelli locali. Questa proposta ha come obiettivo quello di destinare le risorse aggiuntive nella manutenzione e nel restauro del patrimonio culturale francese.

L’attuazione di questa politica tariffaria potrebbe incominciare a partire dal gennaio 2026, con l’intento di alleggerire il carico economico sui cittadini francesi. Dati ha commentato la situazione attuale: “È normale che un visitatore francese paghi lo stesso biglietto del Louvre di un visitatore brasiliano o cinese?” La ministra sottolinea quindi l’urgenza di un cambiamento in questa direzione, che rappresenterebbe una vera svolta nella gestione dei prezzi dei nostri istituti culturali.

Il dibattito interno alle istituzioni

La proposta di ingresso a pagamento ha attirato anche le attenzioni di altri membri del governo francese, con reazioni miste da parte di vari funzionari. Il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha espresso il proprio sostegno già in una trasmissione su “France Inter”, sottolineando che misure simili sono già in atto in altri paesi, come nel caso della Sagrada Familia a Barcellona. Retailleau ha affermato che “con 5 euro si può salvare un patrimonio religioso e culturale che è parte del paesaggio francese,” rendendo chiaro il valore simbolico e pratico di questa iniziativa.

In contrasto, Valérie Pécresse, presidente della Regione Ile-de-France, ha mostrato il proprio accordo con la proposta di Dati, ma ha anche espresso preoccupazione per le implicazioni che potrebbe avere sui fedeli. Pécresse ha avvertito che i servizi religiosi, comprese messe e funzioni, dovrebbero rimanere gratuiti. La ministra ha dato risposta a questa preoccupazione, affermando che le liturgie e i servizi religiosi dovrebbero continuare a essere accessibili a tutti senza alcun costo, ma ha evidenziato che i visitatori culturali hanno una responsabilità nel contribuire alla preservazione del patrimonio nazionale.

Con l’approppio del periodo di riapertura di Notre-Dame e l’emergere di proposte significative per il futuro, la situazione attuale è segnata da confronti e riflessioni palpabili da parte del governo e della società civile sull’importanza di tutelare il ricco patrimonio culturale francese.

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