Le recenti modifiche legislative apportate dalla Regione Umbria sulla circolazione di veicoli a motore in aree naturali susciteranno attenzione da parte della Commissione europea. Questa vicenda è stata riportata dal Club Alpino Italiano di Terni, attraverso il quale è stata presentata un’esposto-denuncia che ha portato a un’indagine da parte della Direzione generale Ambiente della Commissione. L’argomento è rilevante non solo per la tutela degli ambienti naturali, ma anche per le norme di conformità europee che regolano la protezione degli habitat e delle specie aviarie.
La legge regionale 28/2001, modificata con l’articolo 51-bis della legge 17/2023, introduce rilevanti cambiamenti nei divieti di circolazione per i veicoli a motore su sentieri, mulattiere, viali parafuoco, nonché piste destinate all’esbosco e al servizio ai pascoli. Secondo le nuove disposizioni, il divieto di accesso a tali percorsi è valido solamente in presenza di segnali che lo indichino esplicitamente. In mancanza di questa segnaletica, le strade menzionate sono considerabili aperte alla libera circolazione dei veicoli.
Questo cambiamento ha destato preoccupazione tra ambientalisti e esperti del settore, i quali segnalano che la facilità di accesso con veicoli motorizzati potrebbe comprometterne i delicati ecosistemi presenti. In particolare, la normativa interagisce con diverse aree identificative come Natura 2000, dove le regole di accesso devono essere scrupolosamente osservate per garantire la conservazione delle abitazioni naturali. La Commissione europea sottolinea l’importanza di valutare attentamente l’impatto di ogni intervento in tali zone protette.
Il Cai di Terni ha esposto le proprie preoccupazioni riguardo al potenziale impatto ambientale della nuova normativa. In una nota, il club ha sottolineato che la legge umbra non prevede adeguate misure per la protezione degli habitat naturali e delle specie animali che vivono in questi contesti. L’esposto-denuncia è stato quindi un mezzo per richiamare l’attenzione delle autorità europee su quelle che sono considerate violazioni potenziali rispetto ai protocolli di tutela dell’ambiente.
Secondo il Cai, la libertà di circolazione dei veicoli motorizzati potrebbe portare a danni irreversibili agli ecosistemi locali, minacciando la flora e la fauna. Le argomentazioni presentate nel contesto dell’esposto rispecchiano una crescente inquietudine tra coloro che operano nel settore della conservazione naturale, evidenziando anche la responsabilità degli enti governativi nella gestione delle normative ambientali.
La Commissione europea ha avviato un’indagine per accertare la conformità della nuova normativa umbra con le direttive europee riguardanti gli habitat naturali e le specie aviarie. Questa indagine includerà non solo il caso dell’Umbria, ma si allargherà a una serie di altre normative italiane che potrebbero essere ritenute “di dubbia conformità” con le leggi europee.
Le autorità italiane saranno chiamate a fornire spiegazioni in merito a queste disposizioni. In base alle risposte ricevute, la Commissione europea valuterà se avviare una procedura di infrazione contro l’Italia. L’esito di questa indagine potrà avere ripercussioni significative non solo sulla politica ambientale della Regione Umbria, ma anche su come vengono trattate e gestite le normative che riguardano l’uso dei veicoli a motore in aree protette a livello nazionale.
In questo frangente, la questione si rivela cruciale nella lotta per la tutela dell’ambiente e la sostenibilità delle risorse naturali, temi di vitale importanza sia per le istituzioni europee sia per le comunità locali.
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