Nassiriya: La Strage del 2003 che ha Segnato la Storia – 20 anni fa

IRAQ: NASSIRIYA, DALLA CRONACA ALLA STORIA D'ITALIA / COME CAPORETTO, VITTORIO VENETO, EL ALAMEIN, KINDU. Italian soldiers inspect the damage on Thursday, 13 November 2003, at the Carabinieri building which was destroyed Wednesday by a truck bomb in the Italian compound in al-Nassiriya, 350 km south of Baghdad. A suicide bomber blew up a truck packed with explosives at the Italian military base Wednesday, killing at least 26 people. The United States struck at the Iraqi resistance hours later, destroying a warehouse in Baghdad and chasing attackers who were seen firing mortars. ANSA / ALI HAIDER / PAL

Nell’attentato alla base dei Carabinieri a Nassirya, sono stati uccisi cinque carabinieri e un maresciallo dell’Arma. Inoltre, si teme per la sorte di un altro militare che risulta disperso. L’attacco ha causato un incendio nella palazzina colpita.

I militari italiani morti nell’attentato

Tra le quindici vittime dell’attentato di Nassirya, dodici sono carabinieri, di cui sei avrebbero dovuto rientrare sabato prossimo, e quattro sono soldati dell’esercito. Sei delle vittime sono di origine siciliana.

  • Domenico Intravaia, 46 anni, di Monreale, appuntato dei Carabinieri in servizio a Palermo.

  • Orazio Majorana, 29 anni, di Catania, carabiniere scelto in servizio a Bolzano.

  • Giuseppe Coletta, 38 anni, originario di Avola ma residente a San Vitaliano, in Campania.

  • Giovanni Cavallaro, 47 anni, nato in provincia di Messina e residente a Nizza Monferrato.

  • Alfio Ragazzi, 39 anni, maresciallo dei Carabinieri in servizio a Messina.

  • Ivan Ghitti, 30 anni, milanese, carabiniere di stanza al 13° Reggimento Gorizia.

  • Daniele Ghione, 30 anni, di Finale Ligure, maresciallo dei Carabinieri in servizio a Gorizia.

  • Enzo Fregosi, 56 anni, ex comandante dei Nas di Livorno.

  • Alfonso Trincone, 44 anni, originario di Pozzuoli ma residente a Roma.

  • Massimiliano Bruno, maresciallo dei Carabinieri di origine bolognese.

  • Andrea Filippa, 33 anni, torinese, carabiniere in servizio a Gorizia.

  • Filippo Merlino, 40 anni, originario di Sant’Arcangelo ma comandante della stazione dei Carabinieri di Viadana.

  • Massimo Ficuciello, tenente dell’esercito, figlio del generale Alberto Ficuciello.

  • Silvio Olla, 32 anni, sottufficiale in servizio al 151° Reggimento della Brigata Sassari.

  • Emanuele Ferraro, 28 anni, di Carlentini, caporal maggiore scelto in servizio permanente.

  • Alessandro Carrisi, 23 anni, di Trepuzzi, caporale volontario in ferma breve.

Le storie dei militari italiani morti

I militari italiani morti nell’attentato erano uomini coraggiosi e impegnati nel loro servizio. Domenico Intravaia, di Monreale, lascia una moglie e due figli, che tenevano un calendario per segnare i giorni che mancavano al suo ritorno. Orazio Majorana, di Catania, ha appreso la notizia mentre si trovava in Svizzera per delle visite mediche. Giuseppe Coletta, originario di Avola, era vicebrigadiere in servizio a Napoli e aveva una bambina di due anni. Giovanni Cavallaro, di Nizza Monferrato, lascia la moglie e la figlia Lucrezia di 4 anni. Alfio Ragazzi, di Messina, era maresciallo dei Carabinieri e aveva due figli. Ivan Ghitti, milanese, era alla sua quarta missione all’estero e aveva una sorella. Daniele Ghione, di Finale Ligure, aveva recentemente ripreso servizio come maresciallo dopo essere stato ausiliario dell’Arma. Enzo Fregosi, ex comandante dei Nas di Livorno, lascia moglie e due figli. Alfonso Trincone, di Pozzuoli, era in forze al Noe, il Nucleo operativo ecologico del Ministero dell’Ambiente. Massimiliano Bruno, di Bologna, era maresciallo dei Carabinieri e biologo. Andrea Filippa, di Torino, era esperto di missioni all’estero e prestava servizio a Gorizia. Filippo Merlino, di Sant’Arcangelo, comandava la stazione dei Carabinieri di Viadana. Massimo Ficuciello, tenente dell’esercito, aveva chiesto di tornare in servizio attivo per partecipare alla missione in Iraq. Silvio Olla, di Sant’Antioco, era in forza alla cellula Pubblica Informazione. Emanuele Ferraro, di Carlentini, era caporal maggiore scelto in servizio permanente. Alessandro Carrisi, di Trepuzzi, era caporale volontario in ferma breve.

Queste sono solo alcune delle storie dei militari italiani che hanno perso la vita nell’attentato di Nassirya. Ogni vita spezzata rappresenta una grande perdita per le loro famiglie e per l’Italia intera.

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