Napoli: cos’è la scultura dedicata a Pulcinella di Gaetano Pesce

Per comprendere il significato profondo della scultura “Tu si ‘na cosa grande”, è necessario andare oltre il suo aspetto provocatorio. Quest’opera, curata da Silvana Annicchiarico e parte del programma artistico “Napoli Contemporanea”, rappresenta una rivisitazione dell’abito di Pulcinella accompagnato da due grandi cuori rossi trafitti. Gaetano Pesce, noto scultore e designer recentemente scomparso a New York, ha creato questo omaggio per la città, una fusione tra tradizione e modernità che lascia spazio a molteplici interpretazioni.


Ogni giorno, numerosi turisti si fermano in piazza Municipio per ammirare e fotografare l’installazione, condividendo spesso impressioni ironiche sui social media. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha presenziato all’inaugurazione insieme al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, definendo l’opera come un “augurio alla città”. In questo modo, il Pulcinella di Pesce ha ereditato l’attenzione riservata alla controversa “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto.

Il Pulcinella di Pesce oltre lo scandalo

Gaetano Manfredi, commentando l’interpretazione iniziale dell’opera, ha affermato che l’arte contemporanea deve provocare riflessioni e animare il dibattito culturale. Infatti, questa scultura è composta da due elementi: un abito di Pulcinella sorretto da cavi metallici decorati con fiori sintetici, e un grande cuore rosso trafitto da una freccia. L’illuminazione notturna amplifica l’impatto visivo della scultura, attirando sguardi curiosi e dibattiti sui media.

L’opera ha richiesto un investimento di circa 180mila euro, di cui 160mila coperti dai fondi Poc della Regione Campania, e Pesce ha espresso il desiderio che i cuori diventino patrimonio permanente della città. Ora, si sta valutando una collocazione definitiva per il Pulcinella, affinché rimanga parte integrante del patrimonio culturale di Napoli.

Le opere italiane che hanno suscitato più clamore

L’arte contemporanea spesso provoca accesi dibattiti. Le opere recenti in Italia testimoniano come questo tipo di arte possa dividere l’opinione pubblica, proponendo messaggi forti e talvolta difficili da cogliere. Ecco alcune delle opere italiane più discusse degli ultimi anni.

La “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto

Installata nella centralissima piazza Municipio, a Napoli, la Venere degli Stracci unisce la bellezza classica della Venere con cumuli di vestiti abbandonati. Quest’opera riflette sulla società dei consumi ma ha generato polemiche per il suo impatto visivo e, in seguito, è stata distrutta in un atto vandalico. Questo evento ha innescato un dibattito sulla sicurezza delle opere pubbliche esposte in spazi aperti.

“Big Clay” di Urs Fischer a Firenze

Nel cuore di Firenze, in Piazza della Signoria, troneggia la scultura Big Clay di Urs Fischer, un’enorme massa d’argilla alta 12 metri. Questa scultura ha diviso i cittadini, con alcuni che l’hanno definita provocatoria e altri che l’hanno vista fuori contesto rispetto all’architettura storica della piazza.

“LOVE” di Maurizio Cattelan a Milano

Conosciuta come “il dito”, la scultura LOVE di Maurizio Cattelan si erge in Piazza Affari, a Milano, rappresentando una mano con il dito medio alzato. Questa potente installazione, che simboleggia ribellione e critica verso il mondo della finanza, è ormai diventata un’icona della città e uno dei simboli più discussi del suo genere in Italia.

“La Montagna di Sale” di Mimmo Paladino a Napoli

Quest’opera di Mimmo Paladino, situata in piazza del Plebiscito a Napoli, è costituita da una montagna di sale con sculture di cavalli. La sua reinstallazione ha suscitato perplessità per l’uso di materiali fragili e per la difficoltà nel preservarla dall’usura, aprendo un dibattito su come l’arte pubblica debba essere progettata e protetta.

“The Floating Piers” di Christo sul Lago d’Iseo

Nel 2016, il Lago d’Iseo è diventato protagonista grazie all’opera di land art “The Floating Piers” di Christo. Questo ponte galleggiante lungo 3 chilometri ha attirato milioni di visitatori, ma ha anche generato preoccupazioni riguardo all’impatto ambientale e alla gestione dell’afflusso. Anche se temporanea, questa installazione ha sollevato un dibattito sul futuro dell’arte come esperienza di massa.