La scena artistica italiana si prepara ad accogliere un mese di gennaio ricco di eventi espositivi che mettono in mostra opere di artisti contemporanei. In diverse città, le mostre trattano temi complessi e offrono contenuti stimolanti per un pubblico variegato. Dalle installazioni multimediali ai progetti visivi innovativi, ecco un viaggio attraverso alcune delle mostre più significative che si apriranno nei prossimi giorni.
Il 15 gennaio, presso BuildingBox, si inaugura “Private Atlas”, una mostra personale dell’artista Chiara Dynys che si sviluppa in un progetto espositivo articolato nel tempo. A cura di Alessandro Castiglioni, questa retrospettiva si configura come una narrazione attraverso tredici episodi, in programma fino al 6 gennaio 2026. La mostra è suddivisa in tre grandi sezioni: “La disseminazione della memoria”, “Attraversamenti” e “Viaggio in Italia”. Ogni episodio rappresenta un tassello del complesso mosaico artistico di Dynys, mettendo in evidenza i temi ricorrenti nel suo lavoro, le influenze della sua biografia e le sue riflessioni artistiche. Con approccio multidisciplinare, questa esposizione promette di coinvolgere il visitatore in un percorso di scoperta personale e collettiva.
Dal 18 gennaio all’8 giugno, la Fondazione Brodbeck ospita “An interspecies journey”, una mostra personale di Barbara Cammarata, curata da Cesare Biasini Selvaggi e Patrizia Monterosso. Questo progetto espositivo propone una riflessione che unisce il fantastico e il scientifico, dando vita a un cosmo di oltre 60 dipinti, 10 sculture tessili e installazioni ambientali. Le opere, realizzate dall’artista tra il 2018 e il 2024, raccontano un viaggio che attraversa diversi piani di esistenza, stimolando nuove interazioni tra specie, culture e percezioni. L’approccio sciamanico dell’artista si riflette nei suoi lavori, che invitano il pubblico a immergersi in ambienti creativi e a esplorare temi di coesistenza e interazione interspecies.
La Fondazione Federico Zeri di Bologna apre le porte il 15 gennaio alla mostra di Flavio Favelli intitolata “Nuova Mixage Up”, che sarà esposta fino al 28 marzo. Questo progetto, concepito per la sala di lettura della Biblioteca Zeri e curato da Roberto Pinto, crea un dialogo inedito tra l’arte contemporanea e la storicità degli spazi architettonici. L’installazione si compone di scaffali in legno, simili a quelli tradizionali, ma invece di ospitare libri, contengono 216 bottiglie di liquori di diverse forme e dimensioni, raccolte nel corso degli anni dall’artista. L’opera è una riflessione sulla memoria e sulla cultura del bere, trasformando l’ambiente della biblioteca in uno spazio di scoperta e interazione tra il sapere e l’esperienza.
Negli spazi della Fondazione Orestiadi, dal 12 gennaio al 24 febbraio si tiene “La Pietra di Damasco”, mostra personale di Michele Canzoneri curata da Enzo Fiammetta. L’esposizione raccoglie opere create durante il soggiorno dell’artista in Siria nel 2003, un periodo che ha profondamente influenzato il suo operato. Attraverso sculture, disegni, progetti e bozzetti, Canzoneri racconta le sue esperienze tra città storiche come Aleppo, Damasco e Palmira. Ogni opera è un frammento di memoria, che ricrea l’atmosfera e le suggestioni dei luoghi visitati, invitando il pubblico a riflettere sulla ricchezza culturale e storica del Medio Oriente.
Fino al 30 aprile, la Rocca Aldobrandesca di PianCastagnaio ospita “Ludus. La maschera e la vertigine”, una mostra collettiva curata da Alessandro Bellucci. Questo evento esplora il dualismo tra gioco e guerra, presentando oltre 40 opere, tra cui installazioni già viste in precedenti esposizioni e nuove creazioni, alcune delle quali pensate appositamente per lo spazio. Le opere invitano il pubblico a riflettere sulle dinamiche ludiche e competitive insite nella nostra esistenza, creando un dialogo visivo e concettuale tra arte e vita quotidiana.
Fino al 2 marzo, Palazzo da Mosto a Reggio Emilia ospita “Davide Benati. Encantadas”, una retrospettiva dedicata alla carriera artistica di Benati, che si estende per oltre cinquant’anni. Curata da Walter Guadagnini, la mostra presenta una selezione di opere storiche e inedite, per un totale di circa cinquanta lavori provenienti da collezioni pubbliche e private. La mostra culmina con una serie di grandi trittici, testimonianze del talento di Benati nell’uso della luce e del colore, elementi fondamentali della sua produzione artistica. Quest’esposizione offre ai visitatori la possibilità di approfondire l’evoluzione stilistica e tematica dell’artista, chiudendo un cerchio di ricerca creativa ricca di spunti e innovazioni.