Mostra fotografica a Roma: il dietro le quinte del cinema raccontato da Giovanni Piperno

L’arte del cinema affascina il pubblico, ma cosa succede dietro le quinte? Questa è la domanda a cui risponde la mostra “Visioni di un aiuto operatore. Fotografie di set tra gli anni ’80 e ’90” di Giovanni Piperno, in programma dal 17 dicembre al 16 febbraio alla libreria Spazio Sette di Roma. Attraverso trentacinque fotografie in bianco e nero, l’esposizione offre uno sguardo unico sull’umanità e il lavoro delle persone che rendono possibile la magia del grande schermo.

Gli scatti di Giovanni Piperno: un viaggio nel tempo

Giovanni Piperno, regista e documentarista, ha trascorso dieci anni della sua carriera come aiuto operatore, periodo durante il quale ha colto attimi di vita sui set cinematografici. Le sue immagini, realizzate fra il 1987 e il 1997, ritraggono non solo star internazionali come Ben Kingsley, Monica Bellucci e Nanni Moretti, ma anche figure meno visibili, coloro che lavorano dietro le quinte. Questi scatti non rappresentano semplici momenti di lavoro, ma raccontano storie di attesa, di impegno e di una creatività che si manifesta anche nei momenti più transitori delle riprese.

Piperno ha dichiarato: “Ho cercato di cogliere quei momenti di sospensione che talvolta accadono nel frenetico lavoro della troupe”, e attraverso il suo obiettivo ha voluto immortalare la bellezza di attimi che solitamente sfuggono. La fotografia diventa così un mezzo per riflettere sulla natura del cinema stesso, un’arte che è sogno per chi lo osserva, ma anche per chi lo crea. Ogni scatto è un invito a entrare in un mondo che spesso rimane invisibile, rivelando la vulnerabilità e l’umanità delle persone che, assiduamente, lavorano per rendere la visione cinematografica una realtà.

Un percorso professionale tra formazione e opportunità

L’inizio del percorso di Giovanni Piperno nel mondo della fotografia risale al 1986, anno in cui ha intrapreso studi all’Istituto Europeo di Design e ha avuto l’opportunità di lavorare con il fotografo americano Leonard Freed. Il suo sogno iniziale era quello di diventare un fotografo di reportage, ma il destino gli ha riservato un’altra strada. L’incontro con Giuseppe Rotunno, un rinomato direttore della fotografia che ha collaborato con grandi nomi del cinema come Fellini e Visconti, ha cambiato la direzione della sua carriera.

Entrando a far parte della squadra di Rotunno, Piperno ha trovato un equilibrio tra la tecnica e la creatività. Nonostante il suo ruolo fosse principalmente tecnico, non ha mai abbandonato la sua passione per la fotografia di reportage, continuando a catturare momenti ogniqualvolta si trovava su un set. Tra il 1987 e il 1997 ha lavorato con altri illustri direttori della fotografia come Dante Spinotti e Roger Deakins, scattando fotografie che parlano di un’epoca passata del cinema in cui la pellicola era ancora protagonista.

Il cinema di ieri e oggi: un legame che non sfuma

La mostra di Giovanni Piperno si inserisce in un contesto più ampio, in cui si riflette sulla trasformazione del cinema e della tecnologia. Negli anni ’80 e ’90, il lavoro sul set era caratterizzato da un’attenzione particolare alla pellicola; oggi, le dinamiche e le tecniche di ripresa sono cambiate notevolmente. Tuttavia, l’umanità, la creatività e il sudore che si celano dietro a un film rimangono invariati.

Piperno, con la sua inconfondibile sensibilità, ha realizzato fotografie che superano il tempo, portando lo spettatore a riflettere su cosa significhi davvero creare cinema. La mostra non è solo un tributo ai volti noti del grande schermo, ma un’opportunità per comprendere che il cinema è un prodotto collettivo, dove ognuno porta il proprio contributo, invisibile ma fondamentale. Le immagini esposte alla libreria Spazio Sette raccontano una storia di passione, dedizione e arte, invitando tutti a riscoprire la bellezza di un mestiere che spesso rimane nell’ombra.

Chi visita la mostra potrà sentirsi parte di questo racconto visivo, immergendosi in una dimensione che celebra l’arte cinematografica attraverso gli occhi di chi, in silenzio, ha contribuito a rendere possibile la magia del cinema.