Sabato scorso sono state avviate le procedure per staccare i macchinari di sostegno vitale per Indi Gregory, una bambina inglese di 8 mesi affetta da una grave malattia mitocondriale. Nonostante l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma fosse pronto ad accoglierla, i giudici britannici hanno negato il trasferimento in Italia. La decisione ha scatenato una forte polemica sul sistema sanitario e legale britannico, accusato di essere impregnato di una cultura eutanasica.
Dean Gregory, padre di Indi, ha espresso la sua rabbia e dispiacere per la decisione dei giudici: “Siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna”. La famiglia Gregory ha cercato in ogni modo di salvare la vita della piccola, proponendo alternative cliniche e cercando il supporto dell’Italia, ma tutto è stato vano.
Sabato scorso sono state avviate le procedure per il distacco dei macchinari di sostegno vitale per Indi. Il protocollo prevede che la fornitura di ossigeno sia a tempo determinato e che le cure siano sospese in caso di crisi. La famiglia segue con apprensione l’evolversi della situazione.
La battaglia legale per Indi si è conclusa venerdì con la pronuncia della Corte d’appello britannica che ha negato il ricorso dei genitori e il trasferimento in Italia. Simone Pillon, il legale che ha seguito la famiglia in Italia, ha espresso la sua amarezza per la decisione dei giudici britannici, sottolineando che l’Italia ha fatto tutto il possibile per aiutare la famiglia, ma ha trovato solo ostacoli.