Durante la quinta edizione della Biennale Milano International Art Meeting, Morgan ha espresso pubblicamente il suo disappunto per il suo licenziamento come giudice di X Factor. Durante un talk con Vittorio Sgarbi, Morgan ha commentato la sua esclusione dal ruolo di giudice, sottolineando la mancanza di una coscienza del professionismo in Italia. Ha affermato di non sentirsi un privilegiato, ma un lavoratore normale che è stato licenziato senza un motivo valido. Ha sottolineato che se fosse successo a un metalmeccanico, ci sarebbero state proteste di piazza, ma nel suo caso sembra non esserci lo stesso livello di indignazione.
Morgan ha poi affermato che il suo licenziamento è avvenuto perché ha minato gli interessi del sistema. Ha sostenuto che la parola che ha pronunciato è stata solo un pretesto per giustificare la sua esclusione, ma la vera motivazione è che combatte il sistema. Ha descritto una lobby della musica che ha occupato X Factor, con interessi economici comuni e meccanismi commerciali che influenzano la produzione, la promozione e la vendita della musica. Morgan ha concluso ironicamente che queste canzoni vengono poi chiamate “hit”.
Durante la Biennale di Milano, Morgan ha affermato che l’arte non è mai violenta, ma un’espressione di gentilezza. Ha commentato che la parola “musica” deriva da “musa” e ha parlato del suo rapporto con le donne, essendo cresciuto in una famiglia di sole donne. Ha sottolineato che la Biennale dedicata alle donne è particolarmente importante in un momento storico in cui la violenza di genere è un problema. Ha espresso la necessità di analizzare in modo approfondito questi atti di violenza, definendoli un problema sociale.
In risposta alle domande dei giornalisti, Morgan ha anche criticato i testi del rap, definendoli troppo violenti e affermando che non gli piacciono. Ha sottolineato che in passato, quando l’hip-hop in Italia stava muovendo i primi passi, i testi sembravano interessanti e quasi sostituivano quelli dei cantautori, ma oggi sono degenerati.
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