L’agenzia di rating Moody’s ha reso noto che per il 2025 la prospettiva per i rating sovrani dell’eurozona si presenta stabile. Questa previsione è frutto di una ripresa economica attesa e di una diminuzione prevista dei deficit fiscali nella maggior parte dei Paesi della regione, un cambiamento positivo rispetto alle difficoltà incontrate negli ultimi anni a causa di eventi eccezionali. Tuttavia, non mancano i rischi, come le tensioni nel commercio internazionale e una possibile diminuzione del supporto statunitense alla sicurezza dell’Europa.
Aspettative di crescita per l’eurozona
Secondo le stime di Moody’s, l’eurozona potrebbe vedere una crescita economica dell’1,2% nel 2025, con una lieve accelerazione nel 2026, quando il tasso raggiungerà l’1,5%. La ripresa economica si basa principalmente su una graduale normalizzazione dell’inflazione e su ulteriori misure di abbassamento dei tassi di interesse. Questi fattori, secondo l’agenzia, dovrebbero incoraggiare consumi e investimenti, stimolando così la crescita in tutta l’area.
Un aspetto da segnalare è che, sebbene ci sia una costante crescita attesa per molti degli Stati membri situati nel sud dell’Europa, alcuni grandi Paesi come Francia, Germania e Italia potrebbero affrontare performance economiche meno brillanti. Questi Paesi sono evidenziati come quelli che probabilmente registreranno i tassi di crescita più bassi nella zona. Questo scenario mette in luce l’importanza di monitorare le dinamiche regionali e le scelte politiche adottate dai diversi governi.
Le sfide per le grandi economie
Il report di Moody’s evidenzia che, sebbene la maggior parte degli Stati europei preveda di crescere di oltre il 2% nel 2025, le maggiori economie come la Francia, l’Italia e la Germania si trovano in una situazione differente. In particolare, il prodotto interno lordo della Francia è atteso crescere di circa l’1%, mentre l’Italia è prevista stabilirsi poco sotto lo stesso valore. La Germania, segnalata per essere in una posizione delicata, dovrebbe registrare un incremento di poco più dello 0,5%.
Queste cifre pongono interrogativi riguardo alla resilienza di questi Paesi di fronte alle sfide economiche attuali e future. Ulteriori fattori di rischio, come le fluttuazioni nei mercati globali e le relazioni commerciali, potrebbero influenzare negativamente la capacità di queste nazioni di tornare a livelli di crescita più sostenibili.
Rischi macroeconomici e geopolitici
Oltre alle dinamiche interne, Moody’s mette in guardia sui rischi che potrebbero arrecare problemi all’eurozona. Le crescenti tensioni commerciali a livello globale sono un aspetto critico, in particolare considerando le interconnessioni economia tra le nazioni. Inoltre, un potenziale indebolimento del supporto degli Stati Uniti sulla sicurezza dell’Europa potrebbe generare incertezze politiche e destabilizzare situazioni economiche già fragili.
Analizzare questi rischi è essenziale per comprendere come le forze globali possano influenzare le politiche economiche ed i piani di crescita dei vari Stati europei. Le decisioni prese ora potrebbero avere un impatto profondo sui rispettivi percorsi economici, quindi è fondamentale per i governi rispondere rapidamente e in modo strategico a questi fattori.