Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, ha avuto una gioventù segnata dai conflitti degli anni ’70. Ispirato dal suo insegnante di religione, don Natale Bianchi, ha combattuto l’omertà diffusa nella Locride. Dopo aver lavorato come perito chimico a Torino, è tornato a Riace e si è impegnato nel movimento di democrazia proletaria. La sua passione per il calcio l’ha trasmessa anche a suo figlio Roberto, che allena i bambini di una scuola calcio a Roma.
La vita di Lucano è cambiata quando nel 1998, insieme a Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, ha organizzato l’accoglienza di un gruppo di curdi fuggiti da Turchia e Iraq. Questo evento ha segnato l’inizio del modello Riace, che ha reso il paese un esempio di integrazione e accoglienza.
Lucano ha trasmesso ai suoi figli la passione per la cultura e la lettura. Insieme hanno letto opere come “Umano troppo umano” di Nietzsche e “Fontamara” di Ignazio Silone. La nipote di Peppino Impastato, Maria Luisa, riconosce in Lucano la stessa tensione ideale e gli stessi valori del giornalista ucciso dalla mafia nel 1978.
Gli amici di Lucano sostenevano che avesse un futuro da calciatore. La sua passione per il calcio l’ha trasmessa anche a suo figlio Roberto, che allena i bambini di una scuola calcio a Roma.
Inizialmente, Lucano aveva il desiderio di diventare medico, ma ha cambiato programma quando ha incontrato Pina, la donna che sarebbe diventata sua moglie. Ha deciso di trasferirsi a Torino e ha messo su famiglia, ma poi è tornato a Riace.
Lucano ha sempre dato grande importanza all’educazione e ha trasmesso ai suoi figli la passione per la cultura e la lettura. La sua ultima figlia, Martina, che studia Filosofia a Roma, racconta che si è appassionata ai classici della letteratura e della filosofia grazie a suo padre.