Milano scivola del 3,5% con forti perdite per le banche e un clima di vendite in Borsa.

forte calo per la borsa di milano e tensioni sui mercati europei, influenzati dalle politiche commerciali di trump e incertezze globali
"Milano in calo del 3,5%: perdite significative per le banche e vendite in Borsa." "Milano in calo del 3,5%: perdite significative per le banche e vendite in Borsa."
Milano registra un calo del 3,5% in Borsa nel 2025, con significative perdite nel settore bancario e un clima di vendite

La Borsa di Milano ha registrato un forte calo del 3,5%, scatenando una ondata di vendite che ha colpito in modo particolare il settore bancario. A Piazza Affari, il titolo di Unicredit ha subito una perdita notevole, scivolando del 7%. Anche altre istituzioni finanziarie hanno vissuto momenti difficili: Popolare di Sondrio, Banco BPM, Bper, MPS e Intesa Sanpaolo hanno visto i loro valori diminuire di oltre il 6%. Anche il gigante delle telecomunicazioni Tim ha chiuso in rosso, con un ribasso del 5,5%.

Un contesto di vendite in Europa

Le tensioni sui mercati europei si sono intensificate, con le principali piazze finanziarie che hanno aperto la giornata in territorio negativo. Francoforte ha registrato un calo dell’0,8%, mentre Londra e Parigi hanno visto rispettivamente una flessione dello 0,7% e dello 0,69%. Questi ribassi sono stati influenzati da un clima di incertezze legate ai dazi imposti dall’amministrazione di Donald Trump, che continuano a preoccupare gli investitori. In questo contesto, si osserva con attenzione anche la possibilità di futuri negoziati commerciali, che potrebbero modificare le attuali dinamiche.

La situazione in Asia e il mercato giapponese

Dall’altra parte del mondo, la Borsa di Tokyo ha concluso la settimana con un pesante calo, accentuando la fase di contrazione. Il Nikkei, indice di riferimento giapponese, ha toccato i minimi degli ultimi otto mesi, chiudendo con un ribasso del 2,75%, pari a 955 punti, assestandosi a 33.780,58. Questo crollo è stato in gran parte una reazione alla correzione del mercato azionario statunitense, innescata dall’entrata in vigore dei dazi voluti da Trump e dalle preoccupazioni per possibili ritorsioni a livello globale.

La Borsa di Mosca e le sanzioni americane

In un panorama di vendite e incertezze, la Borsa di Mosca ha mostrato un comportamento differente, guadagnando inizialmente il 2,04% nei primi scambi, per poi stabilizzarsi su un incremento dell’1,76% rispetto al giorno precedente. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, la Russia è stata esclusa dalle nuove tariffe imposte da Trump, insieme a paesi come Cuba, Bielorussia e Corea del Nord. La Casa Bianca ha chiarito che le sanzioni già in atto per la guerra in Ucraina limitano qualsiasi scambio commerciale significativo con Mosca, escludendola di fatto dalle nuove misure tariffarie.

In sintesi, il clima di vendite che ha caratterizzato le Borse europee e asiatiche si inserisce in un contesto di crescente incertezza economica, alimentata dalle politiche commerciali statunitensi e dalle reazioni dei mercati globali.

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