Il movimento Fridays for Future di Venezia ha svolto un’azione di protesta questa mattina appendendo uno striscione davanti alla Basilica di San Marco, in segno di adesione allo sciopero climatico globale. Lo slogan sul lenzuolo dice: “Venezia è simbolo della crisi climatica, saremo la laguna che si ribella. No grandi scavi, no grandi navi, basta moto ondoso”.
I giovani attivisti per il clima spiegano che la città è un emblema della crisi climatica ed è all’avanguardia in Europa per la devastazione ambientale. Questa è causata dallo sfruttamento del territorio, dal turismo di massa e dalla distruzione della laguna. Ogni giorno Venezia è minacciata da alti livelli di inquinamento e dal moto ondoso causato dal traffico lagunare incessante e violento, che danneggia le rive dei canali.
Gli attivisti attribuiscono questo risultato “agli anni di immobilismo di fronte alla crisi climatica”, sia da parte dei governi mondiali che delle amministrazioni locali. Di recente, quando la città ha rischiato di finire nella lista nera dei patrimoni in pericolo, Comune, Autorità portuale e Regione hanno annunciato con orgoglio nuovi scavi nel canale Vittorio Emanuele, per consentire il ritorno delle grandi navi entro il 2027.
Oltre alla protesta odierna, gli attivisti parteciperanno all’assemblea prevista per domani nella sala San Leonardo, organizzata dal comitato No grandi navi. Durante l’incontro saranno decise le prossime azioni di mobilitazione per i prossimi mesi.