mercati in ribasso nel 2025: la bce esprime preoccupazione per l'impatto dei dazi americani sull'economia europea
Le Borse europee si trovano attualmente in una fase di forte tensione, influenzate dal calo dei mercati asiatici e dall’introduzione di nuovi dazi americani. Questa manovra commerciale, promossa dall’amministrazione di Donald Trump, ha sollevato preoccupazioni tra gli analisti, i quali avvertono di un possibile impatto devastante sull’economia globale, con il rischio concreto di una recessione. I segnali non sono affatto incoraggianti: i future di Wall Street sono in calo di oltre il 3%, preannunciando un avvio difficile per la piazza americana.
Sul fronte valutario, il dollaro sta perdendo terreno rispetto alle principali valute internazionali. L’euro, ad esempio, ha raggiunto un valore di 1,1054 contro il biglietto verde. L’indice Stoxx 600, che raccoglie le maggiori capitalizzazioni di mercato europee, ha subito una flessione del 2%. Tra le piazze europee, Parigi ha registrato un calo del 2,5%, seguita da Milano e Francoforte, entrambe in ribasso del 2,2%. Anche Londra e Madrid non sono state risparmiate, con perdite rispettivamente dell’1,5% e dell’1,2%. I settori più colpiti includono il lusso, che ha visto un calo del 4,6%, e la tecnologia, con un ribasso del 3,9%. Le banche, da parte loro, hanno subito un decremento del 3,7%.
In questo contesto, il petrolio e il gas stanno subendo un forte contraccolpo. Il WTI ha perso il 4,7%, scendendo a 68,34 dollari al barile, mentre il Brent è sceso a 71,60 dollari, con una flessione del 4,5%. Anche il gas naturale ha registrato un calo significativo, con un ribasso del 5% a 39 euro al megawattora.
La Banca Centrale Europea (Bce) ha espresso preoccupazioni significative riguardo all’impatto dei dazi americani sull’export europeo. Nel verbale della riunione del 5 e 6 marzo, i membri del Consiglio direttivo hanno sottolineato l’importanza di monitorare attentamente la situazione, evidenziando che i dazi potrebbero avere effetti diretti e indiretti sull’economia. La Bce ha anche discusso la necessità di mantenere una comunicazione prudente riguardo ai tassi d’interesse, considerando sia la possibilità di un taglio che di una pausa, a seconda dei dati economici in arrivo.
Nel corso della mattinata, i mercati azionari hanno mostrato segni di debolezza, con vendite diffuse dall’Asia all’Europa. Tokyo ha chiuso con un calo del 2,8%, mentre Hong Kong ha registrato una flessione dell’1,5%. Anche la Cina ha visto i suoi listini in rosso, con Shanghai a -0,2% e Shenzhen a -1,1%. Tuttavia, i mercati del sud-est asiatico hanno risentito maggiormente della situazione, dato che le loro economie sono molto legate agli Stati Uniti. Singapore e Thailandia hanno chiuso rispettivamente a -0,3% e -1,4%. In Europa, lo Stoxx 600 ha mostrato un calo dell’1,5%, con Parigi che ha subito la flessione più marcata a -2,1%.
I settori più vulnerabili sono stati il lusso e la tecnologia, con marchi come Adidas e Burberry che hanno registrato perdite significative. Il dollaro, nel frattempo, continua a indebolirsi, con l’euro che si attesta a 1,1044. I rendimenti dei titoli di Stato sono in calo, con lo spread tra Btp e Bund che rimane stabile a 112 punti.
Il dollaro continua a perdere valore rispetto alle principali valute, in particolare dopo l’annuncio dei dazi da parte di Trump. L’euro ha guadagnato un 1,6%, raggiungendo un valore di 1,1032. Anche la sterlina e il franco svizzero hanno mostrato segni di crescita. Nel mercato delle materie prime, il prezzo del petrolio è in calo, con il WTI che scende a 69,87 dollari e il Brent a 73,13 dollari.
Secondo un report di JPMorgan, se gli Stati Uniti dovessero mantenere i dazi attuali, ci sarebbe un rischio concreto di recessione per l’economia statunitense e globale nel 2025. Gli analisti hanno avvertito che queste politiche potrebbero comportare un aumento delle tasse per gli americani di 660 miliardi di dollari all’anno, il che rappresenterebbe un significativo aumento fiscale. Inoltre, si prevede che i prezzi aumenteranno, contribuendo a un incremento dell’inflazione.
Nella notte, l’oro ha raggiunto un nuovo record, scambiato a 3.167 dollari per oncia, in seguito alle dichiarazioni di Trump sui dazi. Tuttavia, poco dopo, il prezzo ha subito una correzione, scendendo a 3.131,97 dollari, ma mantenendo comunque un incremento dello 0,5%.
La situazione attuale dei mercati finanziari è complessa e in continua evoluzione, con i dazi americani che continuano a influenzare le dinamiche economiche globali.