Medici specializzandi a Roma: scopri la storia di Federica

I medici specializzandi sono scesi in piazza a Roma davanti al ministero dell’Università e Ricerca (Mur) per chiedere una riforma del sistema delle specializzazioni e delle retribuzioni. Attualmente, i medici specializzandi lavorano turni massacranti senza una remunerazione adeguata, affermano i medici. “Veniamo pagati 1.600 euro al mese durante la specializzazione, ma lavoriamo h24, e con questi stipendi è impossibile vivere a Milano, Roma e Firenze in affitto. Meglio lavorare come liberi professionisti”, raccontano i medici.

I promotori della manifestazione, Giammaria Liuzzi (Anaao Giovani), Massimo Minerva (Als) e Antonio Cucinella (Gmi), sottolineano che è intollerabile che un gruppo di lavoro ministeriale si stia occupando della riforma delle specializzazioni senza la presenza di giovani medici. Chiedono che vengano inseriti rappresentanti dei medici specializzandi in tale gruppo o che sia istituito un tavolo parallelo composto da loro, al fine di evitare una riforma insufficiente per le molte problematiche vigenti. Non è possibile immaginare una riforma delle specializzazioni senza un aumento della retribuzione che attualmente ammonta a 1.300 euro al mese al netto delle tasse universitarie, Enpam, Ordine dei medici e assicurazione obbligatoria.

I giovani medici affermano che non possono tollerare che in futuro il medico specializzando non sia considerato come un professionista che si forma anche nei cosiddetti “Learning Hospital”, bensì attraverso un esame di passaggio annuo che viene utilizzato come “spada di Damocle”. Non possono tollerare neanche la mancata abolizione delle incompatibilità per gli specializzandi, che pretendono di essere padroni del proprio tempo in assenza di un’indennità di esclusività.

Senza un adeguato cambiamento, non si risolverà mai la carenza di specialisti, come ad esempio nella medicina d’emergenza. “L’aumento degli ingressi a Medicina e il maggiore finanziamento di contratti di formazione non risolveranno il problema: occorre una riforma strutturale con al centro lo specializzando”, dichiarano i giovani medici.

Attualmente in Italia lavorano circa 43.000 medici specializzandi, che sono sottopagati e hanno pochi diritti. Guadagnano solo 1.300 euro netti al mese, che equivalgono a meno di 8 euro all’ora. Hanno problematiche riguardanti ferie, malattie e trasferimenti in altre sedi, e non riescono a formarsi adeguatamente a causa del lavoro demansionante e ripetitivo che svolgono negli ospedali.

La storia di Federica Bennardo, una medico specializzanda di 27 anni, originaria di Salerno ma residente a Milano da 8 anni, illustra le difficoltà che affrontano i giovani medici. Bennardo si è laureata in Medicina grazie a una borsa di studio alla Bicocca, ma ha deciso di non entrare in specializzazione a causa dei costi elevati a Milano. La sua borsa di specializzazione di 1.600 euro al mese non è sufficiente per coprire il costo dell’affitto e delle altre spese. Pertanto, ha deciso di mettere da parte dei soldi e fare la specializzazione tra qualche anno, quando potrà guadagnare di più lavorando come libero professionista.

La situazione di Bennardo è comune a molti altri colleghi che lavorano nelle grandi città come Milano, Torino, Firenze e Roma, che offrono solo uno stipendio di sopravvivenza, e non permettono di vivere adeguatamente. I giovani medici chiedono una riforma del sistema delle specializzazioni che si basi sul modello europeo, come in Germania e Spagna.