Il tennista italiano Matteo Berrettini ha recentemente condiviso una lettera d’amore al tennis, pubblicata sul sito ufficiale dell’Atp. Questo messaggio riflette non solo la sua passione per il gioco, ma anche l’impatto profondo e personale che il tennis ha avuto sulla sua vita. Fin da piccolo, Berrettini ha vissuto una relazione complessa e affascinante con questo sport, che ha modellato la sua identità e la sua carriera professionale.
L’inizio di una passione
Berrettini apre la sua lettera ricordando i suoi primi passi nel mondo del tennis. A soli tre anni, i suoi genitori gli regalarono una racchetta, ma il giovane Matteo non mostrava un particolare interesse per il gioco e decise di smettere. La vera riaccensione della sua passione avvenne quando aveva otto anni, grazie alla richiesta del suo fratellino di tornare a giocare insieme. Questi momenti di divertimento fraterno erano segnati dalla spensieratezza, dove imitavano Federer e Djokovic, utilizzando palloncini come palline e racchette di varie dimensioni, lasciando trasparire il piacere puro del gioco.
Berrettini racconta di come, inizialmente, la loro avventura tennistica non partì con il piede giusto. Tuttavia, a distanza di anni, entrambi sono riusciti a trovare il loro posto nella disciplina. La sua lettera descrive un percorso di crescita personale che il tennis ha reso possibile, trasformandosi da semplice intrattenimento a una vera e propria passione che lo ha accompagnato nel corso degli anni. La riflessione sulla svolta nella sua vita sportiva mostra quanto il tennis non sia solo un gioco per il tennista romano, ma una parte integrante della sua esistenza.
Sfide e vittorie nel tennis
Proseguendo nella sua lettera, Matteo ricorda un momento cruciale della sua carriera: il torneo di Roma nel 2017. In quell’occasione affrontò Fabio Fognini e subì una sconfitta pesante, che lo colpì profondamente. Questo episodio, pur essendo doloroso, si rivelò un punto di svolta, poiché suscitò in lui una serie di emozioni intense che lo spinsero a migliorare. Berrettini ammette che il tennis gli ha insegnato lezioni dure, ma necessarie, rendendolo resiliente e determinato.
La sua carriera è stata costellata da successi notevoli, inclusa la partecipazione a tornei di alto livello e la conquista di titoli significativi. Ogni tappa della sua carriera è stata un’opportunità per apprendere non solo le tecniche del gioco, ma anche per sviluppare relazioni significative con allenatori, compagni di squadra e avversari. Berrettini enfatizza come il tennis gli abbia offerto la possibilità di stringere amicizie che vanno oltre il campo, quasi come una famiglia allargata che lo supporta nelle sue sfide quotidiane.
Un legame indissolubile
Alla fine della sua lettera, Berrettini esprime un profondo senso di gratitudine nei confronti del tennis, sottolineando quanto il gioco abbia influito sulla sua vita dentro e fuori dal campo. Questo legame indissolubile lo accompagna in ogni sua avventura sportiva, costituendo non solo un modo per competere, ma anche l’opportunità di incontrare persone che lo hanno cambiato in modo decisivo. Il tennis, per lui, è molto più che uno sport; è un viaggio di scoperta, resilienza e affetto che ha influito sulla sua crescita personale e professionale.
In questo messaggio intimo, Matteo Berrettini non solo celebra la sua passione per il tennis, ma condivide anche una riflessione profonda sulla sua evoluzione come atleta. Il futuro si presenta luminoso, e l’atleta romano è pronto ad affrontare nuove sfide con la stessa dedizione e amore che ha caratterizzato il suo cammino fino ad oggi.