Il Documento Programmatico di Bilancio del 2025 ha presentato un quadro chiaro delle misure fiscali che il governo italiano intende attuare, con l’obiettivo di ridurre il carico fiscale sui cittadini e favorire le famiglie numerose. Questa manovra, approvata dal Consiglio dei ministri e ora sotto analisi della Commissione Europea, prevede investimenti significativi, pari a quasi 12 miliardi di euro, per il taglio del cuneo fiscale. È un passo strategico verso la riforma fiscale, sottolineato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha garantito che non saranno introdotte nuove tasse.
Taglio del cuneo fiscale
Il governo italiano ha confermato l’intenzione di proseguire con il taglio del cuneo fiscale e contributivo, intervento che si concretizzerà a partire dal 1° gennaio 2025. Giorgetti ha messo in evidenza come questa misura avrà impatti positivi anche per contribuenti con redditi oltre i 35.000 euro, fino a un massimo di 40.000 euro. Il viceministro Maurizio Leo ha fornito informazioni più dettagliate riguardo al meccanismo di attuazione di questo taglio: la soglia massima per la detrazione varrà fino a 20.000 euro e sarà rimodulata per garantire che i redditi tra 35.000 e 40.000 euro non perdano completamente il beneficio. Questa strategia ha l’obiettivo di evitare effetti negativi sulle fasce di reddito medio-alte, rendendo il sistema fiscale più equo e favorevole per i lavoratori dipendenti.
Il taglio del cuneo fiscale rappresenta non solo una misura di supporto economico per le famiglie, ma anche un tentativo di stimolare l’occupazione attraverso incentivi all’assunzione. Le aziende, infatti, beneficeranno di maggiorazioni nel costo ammesso in deduzione per nuove assunzioni, un meccanismo che mira a promuovere una maggiore stabilità nel mercato del lavoro.
Accorpamento delle aliquote Irpef
Un altro punto cruciale evidenziato nel DPB riguarda l’accorpamento delle aliquote dell’IRPEF. A partire dal 2025, il sistema delle aliquote sarà semplificato in tre scaglioni: il 23% per i redditi fino a 28.000 euro, il 35% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro e il 43% per redditi superiori a 50.000 euro, oltre alle addizionali locali. Questa ristrutturazione ha come obiettivo quello di favorire il ceto medio e di garantire una redistribuzione più equa del carico fiscale.
Leo ha dichiarato che il gettito derivante dal concordato fiscale contribuirà a sostenere ulteriori interventi sul secondo scaglione IRPEF, con l’intento di migliorare la situazione del ceto medio. Tali misure dovrebbero fornire maggiore visibilità rispetto alla capacità del governo di affrontare le istanze dei cittadini e di garantire servizi essenziali senza tuttavia gravare ulteriormente sui contribuenti.
Le reazioni politiche
La presentazione del DPB ha generato diverse reazioni nel panorama politico italiano. Giorgetti ha rivendicato la necessità di un sacrificio da parte di settori come banche e assicurazioni. Tuttavia, la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, ha denunciato che le promesse del governo non corrispondono alla realtà , sottolineando che la maggior parte degli investimenti per la sanità rappresenta in realtà solo una frazione di quanto necessario. Secondo Schlein, ciò che è stato annunciato come un incremento di 3,7 miliardi per la sanità si traduce in un reale aumento di soli 900 milioni.
Anche l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha espresso il suo dissenso sulla questione della tassa sulle banche, definendola una “manovra ingannevole”. Contesta l’idea per cui l’effetto sarebbe stato un’aliquota addizionale, evidenziando come la reale tassazione sugli extraprofitti delle banche sarà un tema cruciale nel prossimo futuro. Le opposizioni al governo non tarderanno a farsi sentire, promettendo di mantenere alta l’attenzione sulle misure fiscali e sull’impatto che avranno sui cittadini.