Magnitudo – Movimento Identitario ha protestato contro l’inefficace gestione dell’emergenza immigrazione a tutti i livelli, tappezzando il centro di Roma con manifesti di protesta. Nel solo 2023, centinaia di migliaia di immigrati sono arrivati nei centri d’accoglienza italiani, che non riescono a far fronte a un così grande numero di persone. Il movimento critica l’Unione Europea per non aver trovato una soluzione unitaria alla crisi migratoria, accusando il Presidente della Commissione Europea, von der Leyen, di disinteresse verso l’emergenza umanitaria che si verifica sia fuori che dentro i confini italiani. Magnitudo – Movimento Identitario critica anche il Presidente francese Macron per aver schierato l’esercito e la gendarmeria al confine di Ventimiglia e sulle Alpi anziché dimostrare solidarietà e avviare un vero processo di cambiamento nel sistema di distribuzione degli immigrati extra-comunitari. Il movimento ritiene che il governo italiano non abbia mantenuto le promesse elettorali fatte da Giorgia Meloni, dimostrando impreparazione su uno dei temi principali del suo programma politico per cui era stata votata dalla maggioranza degli elettori. Magnitudo – Movimento Identitario attribuisce le cause della crisi migratoria non solo a carestie, disastri naturali e cambiamenti climatici, ma soprattutto a guerre e instabilità causate dagli egoismi geopolitici occidentali. L’immigrazione illegale e incontrollata favorisce soprattutto le organizzazioni criminali che sfruttano la disperazione dei migranti africani, trasformandoli in schiavi del XXI secolo. Il movimento propone soluzioni per limitare l’emergenza migratoria, come un piano congiunto dell’UE per intervenire direttamente in Africa, finanziamenti economici per costruire infrastrutture e formare studiosi e lavoratori locali. Suggerisce inoltre piani funzionali per il rimpatrio di chi non ha diritto d’asilo e politiche severe per contrastare gli scafisti. Magnitudo – Movimento Identitario sostiene che è necessario finanziare il restauro, l’ampliamento e la costruzione di nuove strutture nei centri di accoglienza italiani, trasformandoli da luoghi di prigionia a luoghi di formazione e studio. Indica anche l’importanza di non interferire con la stabilità delle terre africane ed evitare ulteriori danni causati dalle azioni occidentali.
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