Maggiore autonomia per i sindaci delle isole: la proposta di Capri contro l’overtourism

Il sindaco di Capri chiede una legge nazionale per gestire l’overtourism, proponendo di ridurre gli approdi e migliorare la distribuzione degli arrivi turistici per garantire sostenibilità e qualità della vita locale.
Maggiore autonomia per i sindaci delle isole: la proposta di Capri contro l'overtourism - Tendenzediviaggio.com

La questione dell’overtourism è diventata un tema di crescente rilevanza per molte località turistiche in Italia, in particolare per le isole della Campania come Capri. Il sindaco di Capri, Peppe Falco, ha recentemente espresso l’esigenza di una legge nazionale che possa conferire maggiore potere ai sindaci delle isole e delle zone costiere per gestire le problematiche legate ai flussi turistici. Questo appello è emerso in seguito a una proposta avanzata dal gruppo di minoranza “Capri ai Capresi“, che ha discusso misure concrete per affrontare il problema dell’afflusso massiccio di turisti nella località.

Le proposte per gestire i flussi turistici

Durante un convegno sull’overtourism, è stata presentata un’idea che prevede di dimezzare il numero degli approdi di aliscafi e navi sull’isola. Secondo la proposta, attualmente in discussione, si intende passare dall’intervallo di 10 minuti stabilito da un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Napoli nel 1999, a un intervallo di 20 minuti. Un intervento che, se attuato, potrebbe ridurre drasticamente il numero di turisti in arrivo. Solamente recenti conteggi hanno registrato ben 31 mila sbarchi in un solo giorno, situazione che appare insostenibile per l’isola e i suoi servizi.

Il sindaco Falco ha chiarito che, sebbene non sia favorevole a un sistema di “numero chiuso” a Capri, è comunque impossibile gestire un flusso di 30 mila persone quotidianamente. La carenza delle infrastrutture locali fa sì che l’ospedale dell’isola possa trattare solo fino a 15 mila persone al giorno. Inoltre, ha ricordato come non spetti un’autorità esterna, come la Capitaneria di Napoli o un assessorato regionale, definire le regole per gli approdi, ma sia necessario sviluppare una legge nazionale adeguata.

La richiesta di un approccio coordinato

Oltre alla questione degli approdi, il sindaco ha suggerito che le compagnie di navigazione rivedano e ripensino il programma dei tour turistici, al fine di distribuire meglio gli orari d’arrivo dei turisti. Attualmente, il picco di approdo si verifica nelle prime ore del mattino, con la maggior parte dei turisti che giungono contemporaneamente dal Molo Beverello di Napoli. Questo modo di operare ha come risultato un ingorgo di persone dalle 10 alle 16 nelle aree più critiche, come Marina Grande e piazzetta.

La congestione turistica causa, secondo Falco, una sorta di “turismo selvaggio”, che impedisce sia ai visitatori di godere appieno delle meraviglie di Capri, sia alla comunità locale di vivere serenamente la propria quotidianità. Creare un’alternanza negli arrivi consentirebbe non solo di alleviare la pressione sui servizi locali, ma anche di migliorare l’esperienza dei turisti stessi, che potrebbero così scoprire l’isola in modo più rilassato e soddisfacente.

Le sfide per un turismo sostenibile

La questione dell’overtourism non è un problema isolato che affligge Capri, ma rappresenta una sfida per molte altre destinazioni turistiche in tutto il mondo. Trovare un equilibrio tra il desiderio di attrarre visitatori e la necessità di garantire la qualità della vita per i residenti è fondamentale. La proposta del sindaco di Capri richiede una riflessione più ampia su come le comunità locali possano avere un ruolo più attivo e decisionale nella gestione del turismo.

Questa situazione dimostra l’urgenza di sviluppare politiche turistiche più sostenibili e intelligenti, che non solo proteggano le bellezze naturali e culturali dei luoghi, ma che permettano anche di mantenere vitale la comunità locale. La collaborazione tra enti locali, governativi e compagnie di navigazione sarà fondamentale per garantire che il turismo rimanga una risorsa e non si trasformi in un peso sulle spalle delle piccole comunità insulari.