La nomina del presidente e dei due componenti del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha scatenato polemiche e controversie. Alcuni criticano la scelta di due civilisti per l’autorità, mentre altri ritengono che l’esperienza dei designati sul tema delle carceri sia inadeguata. In particolare, Debora Serracchiani del Partito Democratico definisce la nomina del presidente D’Ettore come “contra legem”, poiché egli è un pubblico dipendente, mentre la legge stabilisce che i membri del Garante devono essere persone non dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Le polemiche si sono estese anche alla commissione Giustizia a Palazzo Madama, dove si è aperto un nuovo fronte tra maggioranza e opposizioni riguardo all’insediamento di D’Ettore. Le opposizioni, guidate dalla vicepresidente della Commissione Ilaria Cucchi, hanno chiesto di poter svolgere delle audizioni con D’Ettore, ma il centrodestra ha opposto un netto rifiuto senza fornire spiegazioni.
In un’intervista a Open, Cucchi racconta i retroscena di quanto accaduto in commissione Giustizia e annuncia l’intenzione di approfondire la questione. Critica il “modus operandi terribile della maggioranza” e si domanda perché sia stata data così poca urgenza alla nomina e perché non siano state fornite tutte le informazioni necessarie per valutarla. La senatrice chiede di poter audire i nuovi componenti del Garante designati dalla maggioranza per verificare la loro indipendenza, competenza e impegno nel garantire i diritti delle persone private della libertà personale.
Cucchi definisce “inaccettabile” la nomina di D’Ettore, data la sua esplicita appartenenza politica, ma si dice disposta a ricredersi se avrà l’opportunità di confrontarsi con lui in commissione. Tuttavia, esprime preoccupazione per la posizione della maggioranza sui diritti delle persone più fragili.