Macron sottolinea la disponibilità dell’Europa al dialogo, ma resta deciso nelle trattative.

tensioni politiche in europa e risposta alle nuove sovrattasse americane con misure commerciali e diplomatiche in preparazione per il 15 aprile
"Macron evidenzia l'apertura dell'Europa al dialogo nelle trattative internazionali." "Macron evidenzia l'apertura dell'Europa al dialogo nelle trattative internazionali."
macron evidenzia l'apertura dell'europa al dialogo, mantenendo fermezza nelle trattative nel 2025

Clima politico teso in Europa

Il clima politico in Europa si presenta attualmente tenso, come confermato dalle recenti dichiarazioni di Ursula von der Leyen da Samarcanda. La presidente della Commissione Europea ha avvertito che l’Europa, “delusa dall’alleato più antico”, deve prepararsi a un impatto inevitabile, pur sottolineando che dispone di “tutto ciò che serve per superare la tempesta”. In questo contesto, il 15 aprile si profila come una data cruciale, con la prima rappresaglia contro gli Stati Uniti già in programma. Nonostante le tensioni, i canali di dialogo rimarranno aperti, cercando di mantenere unita l’Unione Europea di fronte alle sfide.

Reazioni dei leader europei

Tra i leader europei, Emmanuel Macron ha assunto una posizione decisa, definendo la decisione americana “brutale e infondata”. Il presidente francese ha invitato gli imprenditori a riconsiderare i loro investimenti negli Stati Uniti, affermando che “nessuna opzione è esclusa” nella risposta di Parigi e Bruxelles. In attesa del supporto di Berlino, guidata dal nuovo cancelliere Friedrich Merz, alcuni governi, da Roma a Varsavia, spingono per una soluzione diplomatica, temendo che un’escalation possa danneggiare tutti.

Intensificazione della situazione

La situazione si è aggravata dopo il “Liberation Day” di Trump, con l’Europa che si sta unendo attorno all’idea che una risposta adeguata sia ormai necessaria. Robert Habeck, vicecancelliere tedesco, ha paragonato l’impatto delle nuove sovrattasse americane al 20% a quello dell’invasione russa in Ucraina, chiedendo una “reazione compatta e decisa”. Tuttavia, non tutti i paesi sono pronti a unirsi in questa battaglia: l’Ungheria di Viktor Orban ha già criticato Bruxelles per non aver cercato un dialogo con l’amministrazione Trump.

Prossimi passi e strategie europee

Nelle prossime ore, il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, tenterà di riavviare i colloqui con Washington, un tentativo che in passato ha avuto esiti deludenti. Tuttavia, l’Europa si prepara a rispondere in modo “calibrato” ma “fermo” se non si raggiungerà un accordo equo. A Palazzo Berlaymont, il team di von der Leyen lavora incessantemente seguendo tre direttrici: “negoziare, reagire, diversificare”, opponendosi a dazi che definisce “illegali e ingiustificati”.

Critiche e risposta europea

Le critiche non mancano: i tecnici della Commissione hanno evidenziato che Trump ha utilizzato dati distorti per giustificare le sue decisioni, mescolando tariffe diverse in un mix di propaganda. La risposta dell’Europa non sarà una “punizione fine a se stessa”, ma un modo per proteggere aziende, lavoratori e consumatori. Dopo il colpo inferto dal tycoon americano, l’Unione Europea si prepara a ripartire: il 9 aprile i Paesi membri voteranno per avviare i primi controdazi, che entreranno in vigore il 15 aprile. Marchi americani come Levis e Harley Davidson saranno tra i primi a essere colpiti, in risposta ai dazi su acciaio e alluminio.

Misure contro le big tech e diversificazione

In aggiunta, l’Unione Europea sta preparando misure contro le Big Tech, con possibili sanzioni in arrivo dal Digital Services Act e dal Digital Markets Act, normative mirate a limitare il potere delle aziende statunitensi sul mercato europeo. Teresa Ribera, responsabile dell’antitrust Ue, ha dichiarato che è “ancora presto” per una tassa diretta sui servizi digitali, ma non ha escluso una “valutazione approfondita” nei prossimi mesi. Nel frattempo, l’Europa guarda verso est, cercando di diversificare le proprie relazioni commerciali, con colloqui già avviati con la Cina e un nuovo patto strategico con l’Asia centrale che si estende da Kazakistan a Uzbekistan.

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