Luciana Littizzetto: la sua prima letterina a Che tempo che fa

Luciana Littizzetto ha scritto la prima letterina della nuova stagione di “Che tempo che fa”, indirizzandola al canale Nove, che ospita la trasmissione condotta da Fabio Fazio. Quest’anno, infatti, il programma si è trasferito su questo canale, dopo venti edizioni trascorse su Rai.

I temi trattati da Luciana Littizzetto

Nella sua letterina, Littizzetto anticipa alcuni dei temi che affronterà durante la stagione. Parlerà di politica, citando Meloni e l’opposizione che la combatte ogni giorno, ma anche di Salvini e della Schlein, elogiando il suo modo di esprimersi che potrebbe avvicinare i ceti più semplici e proletari al partito democratico. Non mancheranno riferimenti a Crosetto, Pichetto, Sangiuliano, Piantedosi e Giorgetti.

Altri argomenti trattati

Littizzetto parlerà anche di temi sociali e di attualità. Affronterà il tema del salario minimo, criticando il fatto che non sia sufficiente per vivere dignitosamente secondo il CNEL. Non mancheranno le parolacce, compresi i “vaffa” rimasti in canna dallo scorso anno.

Temi seri e impegnati

La comica non dimenticherà di trattare argomenti seri e impegnati. Parlerà dei femminicidi, denunciando il fatto che dall’inizio dell’anno siano già state uccise 90 donne, di cui 75 in famiglia. Non mancheranno riferimenti alle morti sul lavoro, che ammontano a 657 nei primi otto mesi dell’anno. Littizzetto si impegna a non smettere di denunciare questi orrori, nonostante il cambio di rete.

La guerra

Littizzetto affronterà anche il tema della guerra, sottolineando che la sua prerogativa è distruggere, mentre quella degli umani è costruire. Nonostante non sia un’esperta, cercherà di parlare di questo argomento nel modo migliore possibile.

L’umorismo di Littizzetto

Nonostante i temi seri, Littizzetto promette di portare il suo umorismo e di far ridere il pubblico. Sarà la parentesi minchiona della settimana, l’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. Conclude la sua letterina chiedendo al canale Nove di accoglierla come una pirla nella sua ostrica.

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