“Lucescu: la Russia, il dolore e la fine di un’era. La mia esperienza personale e la decisione di non tornarci mai più”

Mircea Lucescu: “Non tornerò mai più in Russia”

L’ex allenatore del Zenit, Mircea Lucescu, ha ribadito la sua decisione di non tornare mai più a lavorare in Russia. In un’intervista al quotidiano sportivo russo ‘Sport-Express’, Lucescu ha espresso il suo forte disprezzo per il paese, definendolo “terrorismo, morte e dolore”. L’allenatore rumeno ha vissuto personalmente gli orrori della guerra in Ucraina, dove ha allenato la Dinamo Kiev. Durante quel periodo, Lucescu ha dovuto allenare i giocatori sotto allarme aereo e ha aiutato a evacuare le loro famiglie. Questa esperienza ha rafforzato la sua determinazione a non tornare in Russia e a sostenere l’Ucraina.

La decisione di ritirarsi dal calcio?

Nonostante la sua decisione di non tornare in Russia, Lucescu ha chiarito che non si ritirerà dal mondo del calcio. Dopo aver lavorato per tre anni alla Dinamo Kiev e quindici in Ucraina, l’allenatore rumeno ha deciso di lasciare la squadra, ma non intende abbandonare il calcio professionistico. Attualmente a casa a Bucarest, Lucescu ha espresso gratitudine per coloro che lo hanno sostenuto durante la sua carriera. Nonostante le difficoltà incontrate, come giocare senza tifosi, sostegno finanziario e sponsorizzazioni, Lucescu ha cercato di mantenere il calcio nella sua vita, concentrandosi sulla formazione dei giovani dell’accademia.

Il desiderio di pace e prosperità per l’Ucraina

Nonostante le sue esperienze traumatiche in Ucraina, Lucescu ha espresso il suo desiderio di pace e prosperità per il paese. Il suo sogno principale è vedere la sicurezza per gli ucraini, stadi pieni e una nazione in crescita. Lucescu ha vissuto in prima persona gli orrori della guerra e ha visto come la Russia abbia portato dolore e sofferenza. Questo ha rafforzato la sua determinazione a non tornare in Russia e a sostenere l’Ucraina. Nonostante le sfide incontrate lungo il suo percorso, Lucescu ha mantenuto il calcio come elemento centrale della sua vita, dimostrando la sua passione e dedizione al gioco.