Il nuovo progetto televisivo “M – Il Figlio del Secolo”, che debutterà il 10 gennaio su Sky e su piattaforme di streaming come Now, rappresenta un’analisi audace e complessa della figura di Benito Mussolini. Interpreta il ruolo del dittatore italiano l’attore Luca Marinelli, il quale condivide le sue riflessioni sul difficile compito di vestire i panni di un personaggio così controverso e carico di significato storico. La serie, basata sul libro di Antonio Scurati e diretta da Joe Wright, non solo racconta la vita del fascista, ma esplora anche le implicazioni delle sue scelte per l’umanità.
La complessità di interpretare un dittatore
Per Luca Marinelli, affrontare il personaggio di Benito Mussolini è stato un viaggio emotivo intenso e difficile. L’attore rivela come, per tutta la durata delle riprese—dieci ore al giorno per sette mesi—ha dovuto sospendere i suoi giudizi personali su una figura storica di tale rilevanza. Questo processo ha richiesto un notevole sforzo interiore. Senza però dimenticare il valore artistico dell’esperienza, Marinelli definisce il lavoro relativo a “M – Il Figlio del Secolo” come uno dei progetti più gratificanti della sua carriera.
Il film non si limita a etichettare Mussolini come un “cattivo” o un “mostro”, ma cerca di comprenderne le motivazioni e la complessità umana. Marinelli sottolinea come tale approccio possa staccare il personaggio dall’idea semplificata di un nemico assoluto, portando il pubblico a riflettere sulla natura umana e sulla capacità di ogni individuo di compiere azioni sbagliate. La sfida e la bellezza di questa opera, spiega, stanno nell’intento di mostrare Mussolini non come un pagliaccio da deridere, ma come un uomo dalle scelte decisive e distruttive.
Raccontare la storia senza banalizzarla
Joe Wright, regista della serie, ha concordato sull’importanza di trattare il soggetto con serietà. Invece di ridurre Mussolini a un semplice personaggio comico, la narrazione si propone di esaminare la sua vita e le conseguenze delle sue azioni. “Non volevamo creare un’immagine distorta,” afferma Wright. La narrazione basa la sua struttura su un tema centrale: la presenza del male nell’uomo. Il regista invita lo spettatore a interrogarsi sulle proprie inclinazioni e a valorizzare la potenzialità di elevarsi al di sopra delle tentazioni più basse.
Wright introduce l’idea che Mussolini rappresenti una sorta di simbolo, un’entità legata a tutte le persone in grado di lasciarsi inghiottire da ideologie distruttive. Non è solo la biografia del duce a essere in discussione, ma le modalità di pensiero che possono condurre a situazioni simili nella società contemporanea. Quindi, la proposta artistica mira ad accendere una conversazione più ampia su responsabilità e consapevolezza individuale.
Le reazioni politiche e le aspettative
Il contesto in cui la serie sarà presentata non è da sottovalutare. Marinelli e Wright manifestano preoccupazioni per l’eco che questo progetto avrà nel panorama politico italiano. Wright esprime la sua paura per un silenzio che potrebbe seguire all’uscita della serie; entrambi gli autori sono consapevoli che, nonostante le potenzialità di discussione, il tema storico e politico affrontato potrebbe incontrare resistenze.
La narrazione non ha solo un intento storico, ma provoca reazioni immediate sul set. Wright racconta di come durante le riprese ci sia stata una certa opposizione da parte di comparse che si sono rifiutate di partecipare a scene considerate irrispettose per il dittatore. Ciò evidenzia quanto questo argomento rimanga delicato e come le visioni di Mussolini continuino a generare emozioni forti.
Non si esclude che ci possano essere sviluppi futuri. Nils Hartmann, executive vice president di Sky Studios Italia, ha dichiarato che l’interesse per una possibile continuazione della serie è forte, confermando così l’importanza di questo progetto non solo come opera d’arte ma anche come elemento di riflessione sociale.