L’italia si prepara ad affrontare la sfida dell’invecchiamento della popolazione: opportunità e sfide

L’Italia affronta l’invecchiamento demografico con il programma Age-It, puntando a diventare un centro di eccellenza nella ricerca e promuovendo politiche innovative per migliorare la qualità della vita degli anziani.
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Il fenomeno dell’invecchiamento demografico è sempre più presente nell’agenda politica e sociale dell’Italia, un paese che sta vivendo un processo di cambiamento demografico senza precedenti. Con un numero crescente di anziani e una popolazione in calo, le sfide che si presentano richiedono soluzioni innovative e una prospettiva ottimistica. La recente conferenza “Think Demography, Think Positive!“, all’interno del festival StatisticAll, ha messo in luce come l’Italia possa diventare un punto di riferimento nella ricerca sull’invecchiamento.

Il programma di ricerca Age-it e le sue ambizioni

Il Programma di Ricerca Age-It rappresenta un passo significativo per l’Italia nel campo della ricerca demografica. Finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , il progetto mira a far diventare il nostro paese un centro di eccellenza scientifica, capace di proporre modelli e soluzioni anche per altre nazioni che affrontano l’invecchiamento della popolazione. Allegato a questa iniziativa è il coinvolgimento di diverse università e centri di ricerca, che collaborano per affrontare la questione dell’invecchiamento dalla prospettiva dell’individuo, della famiglia e della società.

Durante il talk, esperti del settore hanno discusso delle possibilità che l’Italia ha di diventare un esempio per altri paesi in rapido invecchiamento. Si sta lavorando su diversi aspetti, dagli stili di vita alla qualità della vita degli anziani, fino alle politiche di integrazione socio-economica. La ricerca ha l’obiettivo di mettere in contatto il mondo accademico e le istituzioni, verificando quali esperimenti potrebbero rivelarsi utili e scalabili su scala globale.

Le prospettive di longevità secondo gli esperti

Elisabetta Barbi, professore di Demografia all’Università di Roma La Sapienza, ha sottolineato l’importanza di un approccio positivo nel campo della longevità. Secondo la Barbi, nonostante ci siano aspetti preoccupanti nella riduzione dei guadagni di vita rispetto alle generazioni precedenti, è cruciale mantenere una visione razionalmente ottimista. La longevità è influenzata da vari fattori, tra cui la genetica e i progressi nel campo della biomedicina. Inoltre, il concetto di sopravvivenza selettiva indica che un gruppo di persone continua a spingere l’estensione della vita, anche in contesti di mortalità crescente.

Barbi ha evidenziato che a età estreme il tasso di mortalità tende a stabilizzarsi, suggerendo che i progressi nella salute pubblica stanno contribuendo a ritardare il declino della qualità della vita. Questo vuol dire che, mentre il numero di anziani aumenterà, diventa essenziale non solo affrontare il problema, ma anche trovare modi per occuparsene attivamente. La questione della pensione e del lavoro è complessa: non si tratta solo di allungare il periodo di lavoro, ma di implementare politiche che supportino l’occupazione sostenibile e l’inclusione di diverse generazioni.

L’importanza di una buona gestione delle politiche migratorie

Un altro tema rilevante emerso nel talk è stato quello dell’immigrazione e del suo ruolo nel contrastare l’invecchiamento della popolazione. Anna Paterno, professore di Demografia all’Università di Bari Aldo Moro, ha indicato come la presenza di stranieri, in particolare giovani, possa essere cruciale per mantenere il tessuto demografico vitale. Essa ha sollevato interrogativi su quanti immigrati potrebbero realmente fornire un contributo significativo alla vitalità della popolazione italiana.

Paterno ha fatto notare che la normativa attuale presenta delle lacune: il lungo processo per ottenere la cittadinanza e il riconoscimento delle competenze straniere necessitano di una revisione. Riconoscere e valorizzare le professionalità acquisite all’estero potrebbe non solo aiutare gli immigrati a integrarsi meglio nel mercato del lavoro, ma anche apportare benefici all’economia italiana. In questo contesto, strumenti come lo ius scholae potrebbero rivelarsi fondamentali per dare l’opportunità ai giovani nati in Italia di diventare cittadini a tutti gli effetti.

Sfide e opportunità per il futuro dell’italia

Marco Marsili, dell’Istat, ha commentato la situazione demografica con un approccio equilibrato, evidenziando la necessità di non farsi prendere dal pessimismo, ma neanche dall’eccessivo ottimismo. Il fenomeno della diminuzione della popolazione, secondo quanto affermato, non è necessariamente negativo; anzi, potrebbe portare a una riflessione sulle politiche sociali e sanitarie necessarie per garantire una qualità di vita adeguata per tutti.

La sfida principale rimane quella di trovare politiche che possano migliorare le condizioni di vita della popolazione, investendo soprattutto nel settore sanitario e previdenziale. Crescita e benessere dipendono da stili di vita sani e supportati da un sistema sanitario efficace. La cooperazione tra il sistema educativo e il mercato del lavoro diventa fondamentale per formare professionisti in grado di affiancare i lavoratori anziani, creando un ambiente lavorativo sostenibile e inclusivo.

La trasformazione demografica non deve essere vista come una minaccia, ma piuttosto come un’opportunità per rinnovare il nostro tessuto sociale e promuovere un approccio innovativo e integrato al benessere della popolazione, affrontando le sfide che ci aspettano con determinazione e creatività.