L’intelligenza Artificiale e la Trasformazione Manageriale: L’approccio della Sda Bocconi

L’adozione dell’intelligenza artificiale trasforma le organizzazioni, richiedendo una nuova formazione manageriale che valorizzi le soft skills e l’interazione umana accanto all’automazione dei compiti.
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L’adozione dell’intelligenza artificiale porta a un cambiamento significativo nel modo in cui le organizzazioni operano. In questo contesto, è fondamentale analizzare come i compiti possono essere automatizzati e replicati con l’apporto della tecnologia. Vincenzo Baglieri, Associate Dean dei Programmi Master della Sda Bocconi School of Management, offre importanti spunti sui cambiamenti in atto nella formazione manageriale e sull’impatto dell’AI nei processi organizzativi. La distinzione tra compiti facilmente automatizzabili e quelli che richiedono interazioni personali è essenziale per comprendere come i leader del futuro saranno formati.

L’automatizzazione dei Compiti e l’impatto dell’ai

La capacità di un lavoro di essere operazionalizzato è un elemento cruciale da considerare nell’analisi dell’impatto dell’AI sulla forza lavoro. Come esempio, Baglieri cita il caso del barista, la cui abilità di preparare un cappuccino può essere facilmente replicata da un robot. Le macchine possono apprendere procedure e tecniche, persino per quanto riguarda l’estetica della bevanda, generando decorazioni con la schiuma. È chiaro che tutti i lavori che implicano processi codificabili, siano essi manuali o amministrativi, subiscono un’evoluzione a favore dell’automazione.

D’altra parte, esistono compiti che presuppongono una connessione umana profonda e che non possono essere sostituiti da algoritmi o robot. L’AI, per ora, non è in grado di sostituire quel senso di comunità e di empatia che caratterizzano le interazioni umane. Le professioni che implicano relazioni interpersonali, come nella sanità o nel settore educativo, manterranno un valore inalterato. È evidente che la tecnologia avanza nel supporto alle decisioni e nella meccanizzazione dei processi, ma ci sono limiti significativi nella sostituzione completa degli esseri umani nei ruoli che richiedono emotività e relazionalità.

La nuova offerta formativa della sda bocconi

Con l’intento di adattarsi alle sfide emergenti, la Sda Bocconi School of Management ha introdotto nel suo curriculum un focus specifico sull’intelligenza artificiale e la trasformazione digitale. A partire dal 2025, il programma Full-Time MBA includerà una Concentration dedicata a Digital Transformation & AI. Questo corso avrà lo scopo di sviluppare la consapevolezza riguardo a queste tematiche a tutti i livelli di gestione.

A sua volta, l’Executive MBA si rinnoverà completamente con un’edizione “Modular”, strutturata interamente in inglese, realizzata per attrarre una clientela internazionale, con sede a Milano. Queste novità rappresentano un’opportunità per i futuri manager di acquisire competenze adeguate per navigare in un mondo dove la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale sono sempre più pervasivi.

Baglieri sottolinea che la Sda Bocconi ha già integrato negli anni scorsi i temi della digitalizzazione e della sostenibilità nei suoi programmi educativi, facendoli diventare un marchio distintivo della qualità della formazione offerta. Questi contenuti non sono un’aggiunta recente, bensì un’evoluzione naturale dei corsi per rispondere alle esigenze attuali del mercato.

Riconsiderare il Ruolo delle Organizzazioni e le Soft Skills

Un aspetto critico che Baglieri mette in luce è la necessità di rivedere le organizzazioni e i modi in cui esse gestiscono le proprie risorse umane. Storicamente, ci si è concentrati sull’efficienza operativa, portando le persone a lavorare su compiti automatizzati e privi di significato, disincentivando riflessioni critiche e creatività. Adesso, è fondamentale ripristinare l’importanza della creatività, della qualità delle relazioni interpersonali e della comunicazione come valori centrali nel lavoro odierno.

La formazione manageriale riveste un ruolo cruciale in questo processo. I leader del futuro dovranno essere in grado di ascoltare e comprendere le esigenze del loro team, piuttosto che limitarsi a gestire. In questo contesto, le cosiddette ‘soft skills’ e il cross cultural management diventano essenziali. Queste competenze devono essere valorizzate e non considerate inferiori rispetto alle competenze tecniche, anzi, sono diventate una necessità in un mondo sempre più complesso e diversificato.

Le organizzazioni sono chiamate a cambiare nell’accettazione delle diversità e nel riconoscimento del valore che ogni individuo porta con sé. Le macchine possono svolgere molte delle funzioni operative, ma l’implementazione di una leadership efficace richiede una comprensione profonda della natura umana e delle relazioni sociali.

Il futuro della leadership nell’era dell’ai

Nell’evoluzione dei programmi formativi, la Sda Bocconi si propone di educare leader che sanno porre le domande giuste, prima ancora di sapere le risposte. Con l’avanzare della tecnologia, il futuro dei manager dipenderà dalla loro capacità di apprendere e adattarsi a nuove dinamiche professionali. Innanzitutto, dovranno essere capaci di interrogare le macchine e sfruttare al meglio le informazioni disponibili.

In uno scenario dove l’AI sarà parte integrante del lavoro quotidiano, i manager dovranno affinare le loro competenze critiche, capaci di analizzare e interpretare le informazioni provenienti dalle nuove tecnologie, pur mantenendo il valore della relazione umana. Non basta saper utilizzare gli strumenti tecnologici; è necessaria anche una riflessione continua sulle implicazioni etiche e sociali delle proprie azioni.

Baglieri conclude su una nota chiara: i manager di domani non saranno solo gestori, ma dovranno emergere come coach e mentor, capaci di ispirare e valorizzare il talento umano nei loro team.

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