L’industria automobilistica in crisi: costi elevati per i veicoli elettrici e sfide infrastrutturali

L’industria automobilistica affronta sfide significative nella transizione verso i veicoli elettrici, tra costi di produzione elevati, infrastrutture di ricarica insufficienti e competitività con i produttori cinesi.
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L’industria automobilistica si trova ad affrontare un momento cruciale nella transizione verso i veicoli elettrici . Secondo la Society of Automotive Engineers , nel corso della North American International Propulsion Conference, emergono difficoltà significative nel raggiungere una parità di costo tra i modelli a propulsione elettrica e quelli con motore a combustione interna . Le aziende tradizionali dell’automobile devono affrontare una situazione complessa, in cui i costi di produzione per i veicoli elettrici sono significativamente più alti rispetto a quelli per i motori termici. Questo articolo esplorerà i dettagli della questione, le sfide attuali e le opportunità di sviluppo.

Costo di produzione dei veicoli elettrici e motori termici

Dallo studio presentato dalla SAE, emerge un dato preoccupante per le case automobilistiche tradizionali: il costo medio dei sistemi di propulsione elettrica si aggira attorno ai 13.500 dollari , mentre il costo dei motori a combustione interna è significativamente inferiore, situandosi attorno ai 7.100 dollari . La differenza di più di 6.000 dollari rappresenta una barriera non indifferente per le aziende che intendono ampliare la loro offerta di veicoli elettrici e competere efficacemente nel mercato.

La relazione della SAE sottolinea anche come le case automobilistiche tradizionali stiano subendo un rallentamento a causa di processi di approvvigionamento prolungati. In media, le aziende automobilistiche degli Stati Uniti impiegano fino a quattro mesi per valutare un componente e il suo fornitore, rispetto a una sola settimana necessaria per i produttori cinesi. Questa inefficienza può fermare l’innovazione e ridurre la capacità di competere in un mercato in rapida evoluzione.

Inoltre, la SAE ha messo in guardia sul rischio di una significativa perdita di profitti per i produttori tradizionali, stimando un possibile calo di 10 punti percentuali dell’EBIT entro il 2030, se non verranno assunte misure drastiche in termini di riduzione dei costi e ottimizzazione dei processi produttivi.

Criticità delle infrastrutture di ricarica

Oltre ai costi elevati dei veicoli elettrici, un altro aspetto critico emerso dal convegno della SAE riguarda le infrastrutture di ricarica negli Stati Uniti. Nonostante il progresso, con circa 1.000 nuove colonnine pubbliche installate ogni settimana, gli esperti avvertono che è fondamentale rafforzare la collaborazione con i servizi pubblici per accelerare le approvazioni e lo sviluppo delle stazioni di ricarica. Attualmente, solo il 30% delle vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti proviene da automobilisti che vivono in appartamenti o condomini, cioè persone che sono costrette a fare affidamento esclusivamente sulla rete di ricarica pubblica.

La disponibilità di punti di ricarica è cruciale per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici. La maggioranza dei consumatori, tuttavia, dispone della comodità di ricaricare il proprio veicolo nel garage o nel posto auto privato, limitando talune sfide legate all’accesso alle colonnine pubbliche. Inoltre, la situazione attuale suggerisce la necessità di un cambiamento nella strategia delle case automobilistiche, affinché si possano sviluppare piani per affrontare la carenza di punti di ricarica, garantendo così una maggiore fiducia nei potenziali acquirenti.

Sink the gap: il mercato dei veicoli elettrici e l’industria cinese

Un’altra problematica evidenziata è la differenza di prezzo nel costo delle batterie. Le fabbriche cinesi riescono ad acquisire batterie a un costo inferiore del 30% rispetto alla maggior parte dei produttori globali, con l’eccezione di Tesla che ha solo un delta del 15%. Questo divario rappresenta un vantaggio competitivo decisivo che consente ai produttori cinesi di espandere la loro quota di mercato nei veicoli elettrici.

Per il settore automobilistico degli Stati Uniti, è fondamentale affrontare questa disparità di costi per garantire una transizione più rapida ed efficiente verso l’elettrificazione dei veicoli. Le misure per ridurre i costi delle batterie e migliorare l’efficienza della produzione potrebbero rivelarsi strategiche per le case automobilistiche americane che desiderano mantenere la competitività in un mercato sempre più dominato da modelli elettrici.

Normative ambientali e la transizione verso i veicoli elettrici

La SAE ha anche sollevato interrogativi riguardo alle normative ambientali attualmente in vigore, in particolare quelle stabilite dall’EPA . Inizialmente, si prevedeva che i veicoli elettrici coprissero il 67% delle vendite di veicoli nuovi negli Stati Uniti entro il 2032. Tuttavia, le revisioni delle normative hanno portato a un obiettivo molto più modesto, con un mix che prevede il 35% di BEV, il 36% di veicoli ibridi elettrici plug-in e il 13% di ibridi puri.

Inoltre, è emersa la possibilità che gli Stati Uniti possano introdurre una “multa” per le emissioni di CO2, simile a quella già presente nell’Unione Europea. Tale misura renderebbe più costoso possedere un modello ICE, incentivando quindi i consumatori a considerare l’acquisto di veicoli elettrici. Tuttavia, nonostante queste misure, il tasso di abbandono dei motori a combustione interna rimane lento: le vendite di ICE diminuiranno solo del 3-4% all’anno, rispetto a previsioni iniziali del 6-8%.

In questo quadro complesso, gli esperti della SAE hanno avvertito che i propulsori termici continueranno a essere presenti nel mercato per molto tempo, persistendo in alcuni paesi in via di sviluppo fino alla fine del 21° secolo. L’industria automobilistica si trova quindi di fronte a sfide multiple e in continuo cambiamento, dove l’innovazione e l’adattabilità sono più che mai fondamentali.