La questione dell’omogeneità nella disponibilità dei farmaci antiretrovirali in Italia è al centro del dibattito nel campo della salute pubblica, con focus particolare su come garantire alle persone con HIV l’accesso ai trattamenti adeguati. Durante il Congresso regionale della SIMIT che si è tenuto a Napoli, sono emersi importanti temi relativi alla gestione dell’HIV e dell’immunodeficienza, con un particolare riferimento all’impatto del trattamento sulla vita di chi convive con questo virus. Michele Formisano, vicepresidente di NPS Italia Onlus, ha sottolineato la necessità di garantire un’adeguata offerta terapeutica su tutto il territorio nazionale.
La necessità di un’offerta terapeutica omogenea
Durante il congresso, è stato evidenziato come l’omogeneità nell’offerta dei farmaci antiretrovirali sia essenziale per evitare che le persone con HIV siano costrette a cercare trattamenti in altre regioni, un fenomeno noto come mobilità sanitaria. Questo aspetto è particolarmente rilevante per la Campania, dove la carenza di alcune formulazioni terapeutiche può spingere i pazienti a spostarsi in altre aree del paese. Formisano ha specificato che l’infezione da HIV, se non trattata in modo adeguato, può portare a esiti fatali, rendendo fondamentale l’accesso a terapie di ultima generazione.
In Italia, tuttavia, non tutti gli ospedali e le strutture sanitarie offrono gli stessi trattamenti, con un numero significativo di pazienti ancora in cura con farmaci obsoleti. Questo gap di accesso non soltanto vanifica gli sforzi del Sistema Sanitario Nazionale nel promuovere l’approvazione e il rimborso di nuove terapie, ma complica anche il panorama di cura per i malati e mina la loro capacità di responsabilizzarsi rispetto alla propria salute.
L’importanza dell’aderenza alla terapia
Un altro aspetto cruciale emerso dal convegno riguarda l’aderenza alla terapia antiretrovirale. Formisano ha spiegato che mantenere una buona aderenza è vitale per garantire la non rilevabilità del virus nel sangue, fattore determinante nella prevenzione della trasmissione. Adottando il concetto di U=U, ovvero “Undetectable = Untransmittable“, si riconosce come i pazienti in terapia adeguata non solo possano vivere una vita sana e prolungata, ma possano anche contribuire a fermare l’epidemia. Tuttavia, la sola terapia orale potrebbe non essere sufficiente, lasciando i pazienti vulnerabili a ricadute nella loro salute e nella diffusione del virus.
L’accesso ai farmaci più nuovi e efficaci non è solo una questione di salute individuale, ma ha profonde ripercussioni anche sulla salute pubblica, rendendo essenziale un impegno da parte delle istituzioni per garantire che tutti i pazienti abbiano accesso a terapie aggiornate e adeguate.
Contrastare lo stigma sociale
La questione dello stigma associato all’HIV rappresenta un ulteriore elemento da affrontare con urgenza. Formisano ha richiamato l’attenzione su come la lotta contro lo stigma sia fondamentale non solo per il benessere delle persone con HIV, ma anche per favorire interazioni sociali sane e relazioni positive. La discriminazione e il pregiudizio nei confronti delle persone con HIV continuano a essere elementi corrosivi per la coesione sociale, ostacolando l’accesso a cure e supporto.
L’equità terapeutica, quindi, assume un valore che va oltre la semplice questione medica, diventando irrinunciabile per costruire un ambiente sociale inclusivo. La disponibilità di terapie appropriate è cruciale per affrontare in modo efficace non solo il virus, ma anche gli effetti collaterali a livello sociale ed emotivo, contribuendo a creare una società più giusta e rispettosa.
A Napoli, nel corso di questo importante congresso, è stata lanciata una chiara chiamata all’azione: investire nella salute collettiva significa investire nel futuro delle persone che vivono con HIV, assicurando loro che possano ricevere il trattamento di cui hanno bisogno, senza doversi spostare da una regione all’altra.