La questione demografica in Europa sta assumendo contorni sempre più complessi e rilevanti. Durante il convegno ‘Guardare al futuro dell’Europa attraverso la lente della demografia’, tenutosi a Treviso per il terzo giorno del programma StatisticAll, il rettore dell’Università Bocconi, Francesco Billari, ha messo in luce le sfide e le opportunità legate ai cambiamenti demografici. I dati attuali sulla natalità e l’invecchiamento della popolazione pongono interrogativi cruciali su come la società europea si adatterà a queste trasformazioni.
Evoluzione demografica e le sue conseguenze
Sessant’anni fa, l’Europa ha vissuto un vero e proprio “baby boom”. Oggi, i dati mostrano un quadro assai diverso: nel 2023 sono stati registrati circa 379.000 nati in Italia, ma nei prossimi anni gli iscritti alla maggiore età potrebbero essere meno di un milione. Questo squilibrio demografico solleva interrogativi sulla sostenibilità e la capacità di garantire un futuro adeguato alle nuove generazioni. Billari sottolinea che è fondamentale non limitarsi a considerare la demografia come un fenomeno lento e invariabile, paragonandola piuttosto a un orologio con diverse lancette. La “corona” che muove la lancetta delle ore è rappresentata dalla politica e dall’economia: è essenziale che ci sia una visione bipartisan per affrontare le sfide strutturali legate alla popolazione.
Il cambiamento demografico richiede un’analisi seria e approfondita, poiché i suoi effetti non saranno visibili nel breve termine, ma si manifesteranno nel corso dei prossimi decenni. Per affrontare il futuro, è opportuno riflettere su come i dati attuali possano guidare le politiche attive, evitando una lettura superficiale basata su conflitti politici annuali e divisioni ideologiche.
Demografia e innovazione: un legame indissolubile
Un tema centrale discusso da Billari è il rapporto tra demografia e innovazione tecnologica. Secondo il rettore, storicamente l’innovazione è stata spesso alimentata dall’ingegno dei giovani. Tuttavia, per la prima volta nella storia, ci troviamo di fronte a una società con più generazioni in interazione. Billari evidenzia che l’Italia si colloca al terzo posto a livello mondiale per numero di cittadini over 65, un dato che riflette una realtà di invecchiamento progressivo e di spopolamento.
La connessione fra demografia e innovazione è cruciale per comprendere la mancanza di progressi in alcuni settori. Se l’Italia è leader mondiale nell’invecchiamento della popolazione, è fondamentale che allo stesso modo diventi un avamposto per rispondere e adattarsi a queste eccellenze demografiche, proponendo soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita degli anziani e promuovendo l’integrazione intergenerazionale.
Demografia e sostenibilità: una sfida atavica
Durante l’incontro, Billari ha posto l’accento sulla sostenibilità come un concetto intrinsecamente legato alla demografia. L’idea di sostenibilità, infatti, deve tener conto dei cambiamenti demografici e della necessità di garantire un pianeta vivibile per le generazioni future. Tuttavia, il discorso attuale in Europa riguardo alla sostenibilità risulta talvolta troppo ristretto, ignora le problematiche legate alle aree in via di spopolamento.
Secondo Billari, è imprescindibile che le aziende e la governance locale siano pronte ad affrontare queste sfide, sviluppando politiche capaci di incorporare le esigenze delle diverse generazioni. Solo un approccio integrato e collaborativo potrà portare a soluzioni efficaci nella lotta contro le crisi demografiche che molti Paesi europei stanno affrontando.
L’europa e le sue politiche migratorie
Il rettore dell’Università Bocconi ha evidenziato la necessità di ripensare le politiche migratorie europee in un contesto di invecchiamento demografico. L’Europa, con una popolazione in decrescita e un invecchiamento costante, affronta il rischio di perdere competenze e vitalità sociale. Dobbiamo ponderare il nostro passato e la nostra posizione geografica, crocevia di culture, per decidere il futuro politico della nostra società.
Billari chiama a una riflessione profonda: l’Europa non può permettersi di essere dominata dall’ansia nel considerare il futuro demografico. È un compito collettivo che deve includere un pensiero profondo sulle generazioni più giovani, così come su quelle più anziane, affinché tutte possano contribuire in modo equo e significativo al tessuto sociale. Per rispondere a queste sfide, sarà cruciale sviluppare strategie concrete in merito alle politiche migratorie e incentivare una maggiore natalità, favorendo così un equilibrio fra le diverse fasce d’età.