L’etica dell’intelligenza artificiale: un convegno su sfide e opportunità a Palazzo Madama

Evento a Palazzo Madama discute l’importanza di regole etiche per l’intelligenza artificiale, evidenziando la necessità di proteggere i diritti dei cittadini e il processo democratico in un contesto tecnologico in evoluzione.
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All’interno della Sala Zuccari di Palazzo Madama, si è tenuto un evento cruciale per il futuro dell’intelligenza artificiale e delle sue implicazioni etiche, organizzato da Digital Meet. Al centro del dibattito l’importanza di stabilire regole chiare e condivise per guidare l’uso dell’IA nel rispetto dei diritti dei cittadini e della democrazia. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alberto Barachini, ha fornito spunti critici sul tema, richiamando l’attenzione su questioni come il deep fake e la necessità di tenere sotto controllo le tecnologie emergenti.

La necessità di regole per l’intelligenza artificiale

Durante l’evento, il Sottosegretario Barachini ha enfatizzato l’urgenza di adottare misure legislative che anticipino i tempi di regolamentazione proposti dall’Unione Europea. Ancora più importante, ha sottolineato l’introduzione di un nuovo reato, quello di deep fake, che comporterebbe pene da 1 a 5 anni di detenzione. Il Sottosegretario ha messo in guardia sul fatto che le minacce rappresentate dall’IA potrebbero compromettere il processo democratico e il rapporto fondamentale tra cittadini e informazioni.

Secondo Barachini, è una “sfida senza precedenti” quella che ci troviamo ad affrontare, ma i rischi possono essere contenuti promuovendo la difesa dei diritti d’autore e la chiara distinzione tra contenuti generati da umani e quelli creati artificialmente. Ha anche citato il Premio Nobel per la fisica, Geoffrey Hinton, il quale ha espresso il bisogno urgente di indirizzare la ricerca scientifica verso la capacità degli esseri umani di mantenere il controllo sulle proprie esistenze, un aspetto cruciale in un mondo sempre più influenzato dalle tecnologie.

La percezione pubblica e l’importanza dell’alfabetizzazione digitale

Il senatore Antonio De Poli, che ha coordinato l’incontro, ha condiviso dati recenti di uno studio della Commissione Europea, rivelando che il 61% dei cittadini europei è favorevole all’uso dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, un preoccupante 88% afferma la necessità di una gestione attenta di questa tecnologia. In questa ottica, De Poli ha delineato due aree principali in cui le istituzioni devono concentrarsi: stendere linee guida etiche e promuovere l’alfabetizzazione digitale.

Il fondatore di Digital Meet, Gianni Potti, ha ribadito che non si deve subire passivamente l’avanzamento tecnologico, ma piuttosto investire nell’educazione per una comprensione profonda e consapevole degli strumenti digitali a disposizione. Potti ha evidenziato che l’alfabetizzazione è essenziale per garantire che la tecnologia diventi un alleato piuttosto che un nemico, un principio sostenuto dalla missione di Digital Meet da oltre un decennio.

Le sfide professionali per le categorie ordinistiche

Il convegno ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Riccardo Schvarcz, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Padova, e Armando Zambrano, presidente di ProfessionItaliane. Entrambi hanno sottolineato che il settore professionale deve adattarsi ai cambiamenti introdotti dall’intelligenza artificiale e non restare in posizione di passività. Schvarcz ha affermato che è essenziale sapersi educare per sfruttare al meglio le potenzialità dell’IA.

Zambrano, a sua volta, ha avvertito riguardo al rischio di una regressione delle capacità umane se ci si affida eccessivamente alle tecnologie. L’accento posto sulla necessità di normative specifiche per le professioni ordinistiche è stato un tema di discussione ricorrente: i professionisti devono poter operare in un contesto chiaro e ben definito, in cui il valore dell’intelligenza umana non venga minato dalla delegazione a sistemi automatizzati.

La differenza tra umanità e intelligenza artificiale

Marco Soffiantini ha portato l’attenzione sull’importanza della comprensione umana in un contesto in cui le macchine potrebbero un giorno prendere decisioni autonome. Ha richiamato alla mente l’episodio del tenente colonnello russo Stanislav Petrov, il quale, nel 1983, non attivò la risposta nucleare a un falso allerta. Questo esempio ha evidenziato come l’intuizione e la capacità di discernimento umano siano qualità fondamentali che le macchine, per quanto avanzate, non possono replicare.

Anche Alessandro Sperduti dell’Università di Padova ha espressamente appoggiato l’idea di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale, ma con cautela. Ha messo in evidenza le difficoltà legate all’errore umano, distinguendo tra errori consapevoli e inconsapevoli. La complessità dell’IA e la sua incapacità di autovalutarsi rende necessario un approccio bilanciato e lungimirante, che possa garantire non solo sicurezza ma anche sviluppo responsabile e innovativo nel settore.

Il convegno ha offerto un’importante occasione di riflessione e confronto, mettendo in luce sia le preoccupazioni sia le opportunità legate all’intelligenza artificiale, un tema di rilevanza crescente in un mondo in costante evoluzione tecnologica.