Il fenomeno dello street food sta subendo una trasformazione interessante in Italia, spostandosi dalle tradizionali proposte elaborate nei mercati e nei chioschi a una preparazione domestica, sempre più amata dagli italiani. Questa evoluzione è guidata non solo dal desiderio di mangiare cibi gustosi e autentici, ma anche dalla necessità di avere un’alternativa per chi soffre di intolleranze alimentari. Secondo uno studio condotto da Nutrifree su un campione di 1.200 italiani, la predisposizione verso il cibo di strada home-made sta riscontrando un significativo consenso, con una crescente domanda di opzioni ‘free from’.
La ricerca di un’alimentazione che rispetti le esigenze e le preferenze individuali ha portato a un’importante svolta nel modo in cui gli italiani approcciano lo street food. Il cibo di strada fatto in casa è diventato una scelta strategica per il 57% della popolazione, con sei persone su dieci che preferiscono preparare specialità tipiche comodamente nelle proprie cucine. Questo cambiamento è in parte dovuto a una carenza di offerte adeguate nei ristoranti per coloro che devono seguire diete specifiche o hanno intolleranze alimentari. Ben il 31% degli intervistati ha dichiarato di avere difficoltà a trovare proposte adatte alle proprie necessità dietetiche fuori casa.
In questo contesto, l’ampia disponibilità di prodotti sul mercato ‘free from’ sta agevolando la creazione di ricette diverse e versatili, permettendo ai consumatori di riscoprire i sapori dello street food in maniera più sicura e personalizzata. Essere in grado di controllare gli ingredienti e ridurre il rischio di contaminazioni incrociate rappresenta un ulteriore vantaggio. Una preparazione casalinga non solo facilita l’adeguamento alle esigenze nutrizionali di ciascuno, ma consente anche di sperimentare con le ricette e di adattarle ai propri gusti, rendendo il cibo di strada accessibile a un pubblico più ampio.
L’industria dello street food in Italia sta vivendo un vero e proprio boom, con un report della Camera di Commercio di Milano, Lodi e Monza Brianza, che segnala la presenza di quasi 3.000 attività nel settore, raddoppiate nel corso degli ultimi cinque anni. Nel solo ultimo anno, c’è stato un incremento del 3,6%, con un valore complessivo stimato di 19 milioni di euro per il settore. Particolarmente forti sono le regioni come la Campania e l’Emilia Romagna, dove il fatturato ha superato i 3 milioni di euro.
Le città leader in questo fenomeno sono Roma e Milano, rispettivamente con 199 e 194 attività dedicate al cibo di strada. Seppur con numeri in crescita, va notato che una parte della popolazione non ha ancora accesso a queste esperienze gastronomiche. Attualmente si stima che ci siano oltre 250.000 italiani affetti da celiachia e circa 350.000 persone che non sanno di essere celiaci. La possibilità di riprodurre piatti classici dello street food a casa, perciò, diventa cruciale per fare fronte a queste limitazioni e per garantire un’alimentazione sana e sicura.
Realizzare un valido street food a casa richiede attenzione alla scelta degli ingredienti e alla preparazione delle ricette. Marina Ottaviani, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione, sottolinea l’importanza di garantire una dieta bilanciata. Secondo Ottaviani, è consigliabile combinare alimenti a base di cereali con una fonte proteica e includere una o più porzioni di verdura, garantendo così una nutrizione adeguata e completa.
Grazie alla crescente disponibilità di prodotti specializzati, come panini, piadine e focacce, è possibile variare e rendere unica la propria offerta culinaria. La versatilità e la personalizzazione delle ricette sono in aumento, incoraggiando tutti, anche coloro che hanno restrizioni alimentari, a cimentarsi nella preparazione di piatti che possono richiamare i sapori delle cucine di strada. Questa evoluzione non solo arricchisce il panorama gastronomico, ma risponde anche a una domanda di più alta qualità e sicurezza nel cibo che mettiamo in tavola.