L’eredità di Turco Napolitano e i punti chiave per affrontare la questione migranti – Intervista a Livia Turco

Il decreto sull’immigrazione emesso dal recente Consiglio dei Ministri ha suscitato molte polemiche e ha visto la partecipazione della premier Giorgia Meloni. L’ex ministro Livia Turco, responsabile della legge sull’immigrazione del 1998, ha evidenziato come quella legge sia ancora rilevante e possa essere utilizzata dall’opposizione contro la maggioranza attuale. Turco ha spiegato che quando il suo governo entrò in carica nel 1996, si trovò di fronte a un’immigrazione silenziosa, rapida e attratta dalle opportunità di lavoro irregolare nel settore agricolo e manifatturiero del centro-nord. Questo cambiamento ha portato a un senso diffuso di paura e ansia, alimentato anche dai “imprenditori della paura” che amplificavano la situazione attraverso i media. Un altro fattore esterno che ha contribuito a questa situazione fu il collasso dell’Albania di Sali Berisha. La legge del 1998 ruotava attorno a tre punti principali: rese gli ingressi regolari convenienti e praticabili per il lavoro, contrastò l’immigrazione clandestina e promosse politiche di integrazione e convivenza. Turco fu incaricata di coordinare il lavoro e durante una conferenza a Torino nel settembre del 1996 si discusse dell’impostazione della nuova legge. Si decise di creare un piano triennale per gli ingressi, stabilendo quote annue per ogni tipo di lavoro, e di introdurre la figura dello sponsor che avrebbe agito come garante per un certo numero di immigrati fino al loro inserimento lavorativo. Inoltre, si crearono accordi bilaterali solidi con paesi come l’Albania, basati sul sostegno allo sviluppo, sulla regolarità degli ingressi e sulla volontà di riammettere i clandestini non regolari. La legge del 1998 garantiva anche diritti quali l’assistenza sanitaria, la tutela della maternità e l’istruzione per i bambini, compresi gli immigrati irregolari senza permesso di soggiorno. Secondo Turco, l’opposizione dovrebbe ora concentrarsi sull’apertura di canali regolari per gli ingressi, il ripristino dei fondi per le politiche di integrazione, l’implementazione di accordi bilaterali validi e un approccio globale per l’Africa basato sullo sviluppo e la cooperazione. Turco cita l’esempio della Germania che ha rapidamente integrato molti immigrati siriani.